THANGKA TIBETANI RICAMATI, UN’ARTE CHE CONTINUA

THANGKA TIBETANI RICAMATI, UN’ARTE CHE CONTINUA, Mirabile Tibet


In un laboratorio soleggiato di Yadong, sul confine del sudovest tibetano, Sonam Tsering lavora su un panno di lana con della seta colorata. Ma quello che emerge non è un tradizionale thangka dipinto, e nemmeno un classico ricamo, bensì una magnifica fusione tra un Arte plurisecolare, tra le cinque Regong, e la creatività di un 36enne. Amareggiato dalla scomparsa dei thangka ricamati, ormai soltanto nei musei o nelle aste online, e determinato a farli rivivere – assieme all’intera Contea.

“Per anni ho sognato di creare i miei lavori” – e ora dirige un laboratorio di oltre 30 apprendisti, in gran parte donne del villaggio natio, le cui opere (che incorporano i simboli tibetani di buon auspicio e il mantra della compassione e della saggezza ‘Om Mani Padme Hum’) vengono vendute anche all’estero.

13 anni fa, Sonam era un neolaureato dell’Università del Tibet, specializzato nella pittura dei thangka. Convinto che questa antica forma di Arte e Spiritualità buddhista fosse qualcosa di “fisso”, che non potesse essere modificato. Ma già durante i seminari universitari, accanto ai colleghi giapponesi, indiani e americani, spinto a cambiare prospettiva: “La tradizione è plasmata dall’epoca, nel senso che quello che oggi chiamiamo era una volta la creazione contemporanea di qualcuno”.

THANGKA TIBETANI RICAMATI, UN’ARTE CHE CONTINUA, Mirabile Tibet


Così, Sonam comincia ad ampliare le sue competenze ad altre tecniche di pittura. A un solo anno dalla laurea, i suoi lavori vengono esposti in Italia e, otto anni dopo – periodo nel quale paga i pochi assistenti con i propri risparmi –  l’amministrazione locale se ne accorge e lo incoraggia a insegnare. Nel 2023, anche grazie al sostegno da parte della città di Shanghai, Sonam ha a disposizione abbastanza fondi da mettere su un vero laboratorio, completarlo delle attrezzature e dei materiali necessari e garantire a tutti il giusto compenso. Un luogo che presto si riempie di sempre più apprendisti di ogni età, che in questo modo affinano e trasmettono un’Arte antica. Trovando, al contempo, una propria autonomia economica e un diverso tenore di vita, un senso alla vecchiaia in solitudine o un futuro diverso dai soli lavori domestici e agricoli per la famiglia. “Tramandare una cultura non è un’esclusiva per i professionisti: tutti possono partecipare, arricchendo la tradizione con le proprie idee”.

Il laboratorio sta crescendo. Come orizzonte artistico e artigianale, come geografia e anche come iscritti – come dicevamo, di tutte le generazioni. E può sembrare niente ma è tutto: Storia, identità, Cultura e persino Economia della Bellezza, a riconoscere la fatica di tante mani senza nome, liberare la creatività e donarla al mondo.