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LA DINASTIA CINESE TANG E IL NUOVO REGNO., Mirabile Tibet

LA DINASTIA CINESE TANG E IL NUOVO REGNO.

  • by Innocenzo Quinto
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  • 14 Lug 2017
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Tale vittoria allarmò la Cina, al cui imperatore Songtsen richiese di concedergli in moglie una figlia per stringere alleanza, ed al rifiuto di questi sarebbero seguite qualche anno dopo vittoriose incursioni tibetane nei territori cinesi.

 

Secondo gli annali Tang dopo tali incursioni Songtsen si ritirò scusandosi con l’Imperatore, ottenendo in seguito in moglie la nipote Wecheng, ma secondo la storiografia tibetana l’Imperatore cinese concesse Wecheng in moglie sotto la minaccia delle armi.

 

Anche la conquista di Zhang Zhung viene citata da fonti tra loro contraddittorie: secondo alcune il regno fece atto di sottomissione a Songtsen nel 634, prima della campagna contro Tuyuhun, secondo altre dopo il matrimonio tra il re di Zhang Zhung e la sorella di Songtsen, questa si lamentò di essere trattata male nella nuova corte e tramò contro il marito, che fu ucciso in un agguato tesogli dai soldati di Songtsen, il quale riuscì in questo modo ad unificare il Tibet nel 645.

 

Dall’unione del Tibet centrale, detto Bod, con lo Zhang Zhung prese vita il nuovo regno chiamato Bod rGyal-khab, il nucleo del regno tibetano. Date queste premesse, si può giungere alla conclusione che a partire da questo sovrano i due regni, tibetano e cinese, iniziarono ad intessere un forte legame sia dal punto di vista culturale, che da quello politico-dinastico.

È interessante, a tal proposito, scorgere qualche passaggio significativo dei documenti della dinastia cinese Tang, che ci forniscono le prime descrizioni sulla vita e sui costumi dei tibetani: «Ci è stato riferito che il paese ha un clima molto freddo, che vi crescono avena, orzo, frumento e segale; che vi sono yak, eccellenti cavalli, cani, pecore e maiali.

La capitale è chiamata Lhasa; attorno a essa vi sono mura, e all’interno case con tetti piatti. Il re e i suoi nobili vivono in tende di feltro, che sono unite tra di loro. Gli abitanti dormono in luoghi non puliti, non si lavano mai, né si pettinano i capelli.

LA DINASTIA CINESE TANG E IL NUOVO REGNO., Mirabile Tibet

La maggioranza della popolazione conduce una vita basata sulla pastorizia, con i loro greggi, senza avere fissa dimora. Si vestono di feltro e pelli. Amano dipingersi con ocra rossa. Le donne intrecciano i capelli. Adorano i cieli e credono nei maghi e negli indovini.

Non conoscono le stagioni e il loro anno ha inizio quando l’orzo è maturo. I loro giochi sono gli scacchi e i dadi; come strumenti musicali essi suonano le trombe e i tamburi. Non usano la scrittura per scopi ufficiali, ma stipulano i loro contratti per mezzo di corde annodate e bastoncini con tacche.

Ottengono dei vasi scavando un pezzo di legno e foderandone il fondo con pelle, o fanno recipienti di feltro. Mescolano il grano arrostito (cioè lo tsam-pa) in ciotole, aggiungendovi brodo o quagliata, e mangiano il tutto mescolato insieme. Bevono la birra nelle mani disposte a coppa. Sono centinaia di migliaia di uomini in condizione di portare le armi, e per reclutare le truppe usano un arco d’oro (come insegna dell’autorità). Per segnalare gli attacchi dei nemici danno avvertimenti con segnali di fuoco e fumo. Esiste un posto di guardia ogni cento li. Le loro armature e i loro elmi sono eccellenti. Quando li indossano tutto il loro corpo è ricoperto, con aperture solamente per gli occhi. Non lasciano mai il loro arco e la loro spada.

Essi apprezzano la forza fisica e disprezzano la vecchiaia. La madre saluta il figlio, e il figlio ha la precedenza sul padre. Quando escono ed entrano, è sempre il giovane a passare per primo, e il vecchio dopo. La disciplina militare è rigida. In battaglia, finché le truppe davanti non sono schierate, quelle dietro non prendono posto. Essi stimano la morte in battaglia, mentre detestano terminare la vita per malattia.

 

LA DINASTIA CINESE TANG E IL NUOVO REGNO., Mirabile Tibet

 

Le famiglie in cui diverse generazioni siano morte in battaglia sono considerate di rango più elevato. Invece se qualcuno è sconfitto in battaglia o fugge, attaccano una coda di volpe sulla sua testa per far vedere che si è comportato da codardo come una volpe.

 

Una grande folla si riunirà ed è certo che verrà messo a morte. Secondo i loro usi, questa situazione è estremamente vergognosa, e pensano che piuttosto che trovarcisi, sia molto meglio morire. Come punizione, anche per colpe lievi, cavano gli occhi o tagliano i piedi o il naso. Infliggono frustate con staffili di pelle finché possono, senza fissare una numero preciso di frustate. Come carcere, scavano la terra per diverse dozzine di piedi, e tengono i prigionieri in questa fossa per due o tre anni.

Il re e cinque o sei del suo seguito contraggono un legame d’amicizia e si dice che vivono in comune. Quando i re muoiono, tutti gli altri vengono uccisi ritualmente. I suoi abiti, il suo tesoro, i cavalli che ha montato, sono tutti sotterrati in una vasta camera che viene ricoperta di fango. Sopra vi vengono piantati alberi, e in questo posto vengono eseguiti i sacrifici ancestrali.

 

Questa può essere considerata una testimonianza abbastanza generale del punto di vista dei cinesi, che vedevano i tibetani come barbari, e senza dubbio termini analoghi vengono usati per definire popoli nomadi confinanti. L’affermazione che i tibetani non possedessero scrittura, per esempio, può risalire solamente a un periodo anteriore al 640 d.C. circa, mentre le informazioni sull’abilità e valore militare dei tibetani deve riferirsi ad un periodo leggermente successivo. Tuttavia gran parte di questi dati può essere confermata da altre fonti.

 

Alcune famiglie conservano ancora antichi piatti fatti di pelle, esattamente del tipo descritto e alcuni tibetani mangiano ancora il loro brodo in ciotole nelle quali immergono lo tsam-pa (piatto di orzo arrostito), come mangiavano quelli descritti nel documento. Lhasa può essere stata fondata solo dal Re Srong-brtsan-sgam-po (Songtsen Gampo), e le brevi descrizioni sul genere di vita del popolo sono probabilmente abbastanza attendibili.

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