TIBET, LA MODA OLTRE LA TRADIZIONE. I GIOVANI RISCOPRONO GLI ABITI TIBETANI, Mirabile Tibet

TIBET, LA MODA OLTRE LA TRADIZIONE. I GIOVANI RISCOPRONO GLI ABITI TIBETANI

In tutto il Tibet, ma anche nelle prefetture autonome tibetane delle provincie cinesi del Gansu, Sichuan e Qinghai, i giovani stanno riscoprendo la bellezza degli abiti tradizionali tibetani. Merito di questo revival lo si deve sicuramente ai social network, ma anche ad una genuina e sentita riappropriazione dell’individualità culturale tibetana. Tanto che ora sono nate alcuni nuovi brand che uniscono uno stile che rimanda direttamente alla tradizione, con un gusto per l’innovazione.

Tuttavia, nonostante il revival, la tradizione ancora resiste forte, grazie anche ad alcune maestranze artigiane. Una tra queste è la sarte Urgyen Drollma, 76 anni, nota in tutto il Tibet e Cina per i suoi articoli di alta moda in perfetto stile tradizionale, ma c’è una particolarità: questa sarta è famosa per la sua capacità di creare vestiti di ogni etnia cinese.

La donna proviene infatti dal villaggio di Qibie nella città di Tacheng della prefettura autonoma tibetana di Diqing della Provincia dello Yunnan. Nel 1968, sposò Lu Mingzhi, membro del gruppo etnico Naxi, e ora hanno quattro figli e una figlia. In poche parole la famiglia di Urgyen Drollma conta 25 membri con background etnici uni diverso dall’altro, compresa la sua nuora Han, la nipote Lisu e il nipote Bai.

“L’unità interetnica è una tradizione qui, e ci sono molte famiglie con membri provenienti da diversi gruppi etnici come la nostra famiglia”, ha detto. Urgyen Drollma crea costumi tradizionali sin dal 1966 e pur rimanendo fedele alla tradizione, nel corso dei decenni, ha formato il suo stile unico che unisce le anime e le essenze di ogni gruppo etnico cinese in un unicum davvero incredibile.

“A molti workshop di lavorazione, le macchine sono usate per fare vestiti, ma io lavoro ancora tutto a mano. Non è una velleità, ma ritengo sia questa l’essenza di un artigiano”, ha rivelato ai media. Nel 2016 ha fondato una piccola cooperativa che insegna alle giovani donne il mestiere di sarta. “Non è solo per avviare le donne al lavoro, ma anche un modo per passare il testimone della mia arte”, ha detto la sarta. Ed il successo è arrivato. La cooperativa ora fa oltre 100 serie di costumi etnici distintivi all’anno, che sono ben accolti dai clienti, e le sue tre figlie che aiutano anche la cooperativa a fare costumi di altri gruppi etnici.