
Tre luoghi, tre destinazioni: il Parco di Kanbula (diventato geoparco UNESCO questo aprile), il lago Namtso e il lago Pelku. Tre prodigi della Natura, che ora andiamo a scoprire.
Nella provincia del Qinghai, il capolavoro di Kanbula – con le rosse ‘Scogliere di Danxia’, le naturali “sculture” in arenaria, le montagne sacre, i laghi dai colori iridati e le foreste primordiali. Un mosaico di meraviglie geologiche ed ecologiche, esteso su 217 chilometri quadrati a un’altitudine tra i 2mila e i 4.6mila metri sopra il mare. Un racconto vivente dei milioni di anni della Terra, oggi giustamente protetto e che ha ancora molto da svelare. Nella zona, un insediamento recente – Deji Village –, a circa 3mila metri sul mare e dedicato alla preservazione culturale, alla protezione del Fiume Giallo e all’ecoturismo. Dove i visitatori vengono ospitati nelle case dei residenti, l’energia è solare e gestita dalla comunità e – come nel Parco di Kanbula – la Natura e la cura degli uomini hanno creato un vero paradiso per gli amanti sia dei boschi e delle montagne, sia dei laghi e dei fiumi. Un nome, una promessa: infatti, in Tibetano, “deji” significa “felicità”.

A poco più di 100 chilometri da Lhasa invece, a un’altitudine di 4.718 metri sul mare, si trova il lago Namtso: il più grande della Regione, famoso per il suo colore e perciò chiamato “la perla blu del Tibet”. Ghiacciato da novembre a maggio, oggi un po’ meno salato per via delle acque provenienti dai ghiacciai in scioglimento, ma ugualmente spettacolare e amato – dall’istituzione della riserva naturale e l’uso dell’energia pulita alla dedizione dei residenti nella protezione delle sue acque e cinque isole, storicamente luoghi di ritiro spirituale per monaci e pellegrini.

Infine, nel Shigatse, il molto meno conosciuto lago Pelku – le cui acque cristalline, come quelle del Namtso, a volte rispecchiano le cime innevate delle montagne che lo circondano su tre lati. Perché, con i suoi 300 chilometri quadri, Palku è il più grande lago interno della Riserva nazionale del monte Qomolangma (Everest), a un’altitudine di 4.590 metri. E anche il più “bizzarro”, a ospitare acque dolci nella parte Sud e acque salate nella parte Nord – senza dimenticare la sua capacità di ghiacciarsi e scongelarsi in un solo giorno.
Come dicevamo a maggio, parlando della spettacolare Valle di Huanglong, un altro viaggio da cominciare a immaginare.