UOMINI E ORSI TIBETANI: LA VITA AL CONFINE

  • by Redazione I
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  • 12 Ott 2025
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UOMINI E ORSI TIBETANI: LA VITA AL CONFINE, Mirabile Tibet


Dopo il devastante terremoto del 2015 al confine tra il Tibet e il Nepal, che ha cambiato la struttura geologica dell’area, il villaggio di Zham nella Prefettura di Shigatse era stato evacuato e, i suoi abitanti, trasferiti a circa 500 chilometri di distanza. Così, come si suol dire, la Natura si è ripresa i suoi spazi – rendendo questo luogo un paradiso per la fauna selvatica. Inclusi diversi Orsi neri tibetani, sempre in cerca di cibo, a rendere a dir poco avventurosa la vita dei guardiani di frontiera al lavoro giorno e notte. “È quasi come se fossero diventati membri del personale!”

Visto il potenziale pericolo, sono state erette recinzioni di filo di ferro e sono stati posti degli ostacoli sui percorsi più utilizzati dagli animali. Ma invano: gli Orsi neri, sempre affamati, invadono ancora i locali, passeggiando lungo i corridoi, su per le scale, ed entrando nei bagni e nei dormitori: “Riuscite a immaginare un grosso Orso nero, in piedi, appena fuori dalla vostra stanza? Non si dorme benissimo…”

In breve, la paura regna sovrana. Tant’è che, specialmente di notte, il gruppo WeChat degli agenti viene usato anche per gli «allarmi-Orso». Seguiti a volte da commenti del tipo: “È più alto di un adulto!” oppure “Mi ha fissato proprio ora, sono scappato via…” Invece, per i lavoratori stagionali, è stato creato un numero di telefono di emergenza e sono stati affissi dei cartelli – a ricordare loro di mantenere la massima allerta.

Grazie ai sistemi di allarme, finora non ci sono stati feriti o vittime umane ma, purtroppo, diversi cani della stazione sono stati aggrediti. Tuttavia, i guardiani vanno avanti con la politica di buon vicinato. Come spiegato dagli stessi agenti, “Non dobbiamo proteggere solo noi ma anche loro”: un po’ per sensibilità e consapevolezza; un po’ perché molte di queste specie, compreso l’Orso nero, sono giustamente sotto protezione a livello nazionale.

Nel 2006, il Tibet ha iniziato a risarcire agricoltori e pastori per le perdite causate dagli animali selvatici, versando finora 960 milioni di yuan (oltre 15,8 milioni di euro). Un gesto che, però, ha aiutato le persone danneggiate a comprendere il concetto di – e impegnarsi nellaprotezione ecologica e della biodiversità, cominciando proprio dalle specie protette.

“Non importa quanto sia difficile e pericoloso: siamo guardiani. E la nostra responsabilità è quella di proteggere tutti”. Incluso l’arboreo Ursus Thibetanus – conosciuto anche come Orso asiatico, Orso dal collare bianco oppure Orso della Luna e considerato vulnerabile per via delle deforestazioni che lo lasciano senza casa e del bracconaggio. Quest’ultimo, principalmente per la loro carne, colla d’ossa e bile (con procedure devastanti lunghe anni) quando non per i combattimenti mortali con i cani, da affrontare senza artigli e senza denti.

Meglio gli agenti che, pur terrorizzati, si organizzano con i messaggi. Decisamente meglio.