
Siamo al confine sud-est del Tibet, nella provincia dello Yunnan. Casa di 30mila specie di piante e almeno 56 etnie – comprese quelle Tibetana e Han –, la maggior parte delle quali appartenenti alla famiglia delle lingue sino-tibetane. Questo dicembre, luogo di un piccolo miracolo della Natura: la rifioritura, dopo 30 anni, della Sapria himalayana.
Una pianta nativa dell’Asia, dall’India alla Cina passando per la Tailandia e l’Indocina, “opportunista” delle liane e da tempo assai rara. Che preferisce le altitudini tra gli 800 e i 1.450 metri, fiorendo tra novembre e febbraio, e che all’improvviso è riapparsa nella Riserva naturale della Foresta pluviale di Mengla – appunto, nello Yunnan. Dove è emersa dalle radici di una rampicante (Tetrastigma) della cui linfa usa nutrirsi, come a confermare la raggiunta integrità di questo ecosistema dopo anni di assenza. Anni ancora più lunghi in India, per l’esattezza 85, dove questa “cugina” della Raflessia – scoperta nel 1836 – era tornata a spuntare solo nel 2024 in uno degli 8 Santuari di Arunachal Pradesh, a sud dell’Altopiano tibetano, che ospitano più di 5mila specie vegetali.
Una pianta “elusiva”, la Sapria himalayana. Con fioriture brevi e sporadiche, con un pessimo odore che però attrae le creature utili alla sua riproduzione, e che ha sempre reso difficile lo studio dei botanici ma, per la bellezza dei suoi fiori, anche portato molta gioia a ogni inverno. Una pianta in pericolo, con possibilità di sopravvivenza già molto basse e i cui rari boccioli rischiano sempre di essere calpestati – persino dagli appassionati delle riserve naturali.
Pertanto, una pianta da proteggere e – visto il suo “abitare” altre e dunque l’impossibilità di coltivarla – solo nei luoghi nei quali appare spontaneamente. Per quel che riguarda l’Altopiano, nello Yunnan e nella Contea tibetana di Motuo. Quest’ultima, stessa ‘Terra Sacra del Lotus’ nella quale ad agosto è stata trovata una specie vegetale mai vista prima.
Per la biodiversità himalayana, così preziosa e così fragile, un’ottima notizia.