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I GIOIELLI DELL’ANIMA

  • by michele
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  • 10 Feb 2017
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Nella tradizione buddhista le pietre preziose e i gioielli spesso servono come metafore per gli ideali della fede. Tali metafore scaturiscono da concetti di preziosità, rarità e raffinatezza suprema.
 Per questa ragione le gemme e i gioielli sono da sempre stati considerati sotto stati considerati come strumenti adatti ad esprimere le misteriose ed elusive condizioni spirituali che riguardano le pratiche religiose.

A riguardo la società tibetana era estremamente gerarchica e i gioielli riflettevano ed identificavano non solo la ricchezza personale ma anche un preciso stato sociale e politico. Ad esempio
, i gioielli d’oro erano rari, e la loro rarità suggeriva un’idea di esclusività, raffinatezza e superiorità. Lo studioso Heinrich Harrer ha fatto notare che gli ufficiali dell’esercito appartenenti ai ranghi più elevati si distinguevano dai sottoposti per la quantità delle decorazioni d’oro che indossavano.
 O ancora, il terzo giorno dell’Anno Nuovo se una donna fuori di casa appariva senza la sua acconciatura di gioielli poteva essere multata.

Nel Tibet feudale, i gioielli di una nobildonna riflettevano il rango the il marito ricopriva al governo; ogni uomo era obbligato a fare omaggio alla propria moglie di gioielli che corrispondevano al suo rango. Tuttavia la ricchezza non conferiva il diritto a indossare gioielli costosi.
 Anche i funzionari di Governo di sesso maschile portavano ornamenti stabiliti da una precisa gerarchia tant’è che la loro cura e ricerca dei particolari poteva determinare il rango dei funzionari laici dalle loro vesti e ornamenti.
 Vi era l’usanza per gli uomini tibetani di portare un orecchino nel lobo sinistro; quelli che non lo facevano si diceva rischiassero di essere reincarnati come asini.
Entrando nello specifico, una delle domande più frequenti sui bracciali tibetani è il significato delle varie pietre utilizzate questo perché in Tibet i gioielli hanno un forte valore simbolico e tramandano valori culturali e religiosi antichissimi.
Nella tradizione buddhista, come detto, le gemme e i gioielli servono come metafore per gli ideali della fede ed esprimono misteriose condizioni spirituali e attributi interiori nascosti. A riguardo il bracciale classico dell’Altopiano è un gioiello composto da pietre naturali e viene utilizzato ancora oggi dai monaci tibetani per le pratiche religiose e come talismano tanto da essere chiamato “gioiello dell’anima”.

Chi lo indossa persegue un ideale di pace e di amore verso se stesso ed il mondo e il bracciale aiuta a proteggere la sua anima, a farla crescere, farle trovare un ruolo e un senso della vita.
Nello specifico una pietra di colore giallo simile all’oro viene utilizzata proprio in sostituzione a questo. Questo perché l’oro per i buddisti rappresenta il sole, la luce e la vita, ma anche la consapevolezza delle proprie origini e la terra di provenienza.
Al contrario un pendente in pirite trasforma l’orgoglio in saggezza, mentre il turchese combina il significato e l’esoterismo di questi due colori ed è molto utilizzato nell’esoterismo buddista poiché tradizione vuole che il turchese abbia la capacità di placare l’animo furioso, trasformando l’ira in saggezza.
Come non citare l’ametista? Pietra naturale di colore viola questo prezioso è chiamato anche pietra dell’umiltà ed è utilizzato nelle pratiche buddiste per aiutare nelle fasi di crescita interiore e di cambiamento. Il citrino significa rinuncia di desiderio e umiltà. E’ il colore della terra, simbolo di rispetto delle proprie origini radicamento e serenità e può essere utilizzato per esprimere il raggiungimento della maturità.

Molti sono i colori ed i materiali con i quali vengono realizzati questi bracciali ed elencare tutti i diversi elementi sarebbe impossibile, tuttavia è possibile comprendere come tutta la vita i Tibet, anche il solo indossare dei gioielli, sia permeata da un forte strato di sacralità e spiritualità.

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