JACKIE CHAN VOLA SUL TETTO DEL MONDO, MA NON E’ PER UN FILM, Mirabile Tibet

JACKIE CHAN VOLA SUL TETTO DEL MONDO, MA NON E’ PER UN FILM

  • by Alberto M
  • |
  • 05 Ott 2018
  • |

Mettiamo un architetto ed ingegnere taiwanese, una rivoluzionaria macchina per il “riciclaggio espresso”, il National Geographic, il Plateau Tibetano sullo sfondo e Jackie Chan come spalla. Ciò che può sembrare un’assurda storia è la pura realtà.Stiamo parlando infatti del documentario edito recentemente da National Geographic dal titolo “Jackie Chan Green’s heroes”. La pellicola racconta dell’avventura di Arthur Huang, quarantenne architetto e ingegnere di Taiwan, e della sua nuova invenzione: il “Trashespresso”. Questo altri non è che una complesso macchinario in miniatura che, grazie all’energia solare,  trita e ricicla plastica.

Il riutilizzo della polvere di plastica avviene attraverso forni dove il materiale, grazie l’uso di stampi, potrà assumere la forma di una maiolica, sedia, tavolo e molto altro. La storia non avrebbe nulla di eccezionale se non fosse che l’intero documentario è girato ad oltre 4mila metri di quota, nel mezzo dell’altopiano tibetano, a cavallo tra le province di Qinghai e Xizang.

Il messaggio è chiaro: rispettare l’ambiente significa rispettare il nostro futuro e la nostra casa. I recenti studi hanno infatti dimostrato che il riscaldamento globale, non sta solo intasando entrambi i Poli, ma anche l’ecosistema dei ghiacciai himalayani sta cambiando, con grandi ripercussioni non solo sulla vita degli abitanti, ma anche dell’habitat ed ecosistema dell’altopiano tibetano. La missione di Jeckie Chan sul Plateau tibetano va quindi letta come una importante campagna di sensibilizzazione sul rispetto dell’ambiente. In questo il governo locale, insieme a quello locale del Xizang ha fatto molto in questa direzione. Tanti i provvedimenti presi. Non solo a livello cittadino per ridurre al minimo le emissioni ed incentivare la raccolta differenziata, ma nel tempo Lhasa ha istituito molti parchi e riserve regionali, oltre all’aver inasprito di molto pene e sanzioni per il bracconaggio.

Da sempre i tibetani ritengono che il rispetto della natura, a volte osannata da loro stessi come una divinità, debba essere rispettata. Questo perchè l’uomo si nutre dei frutti della propria terra. Anche per questo le forze dell’ordine locale fanno grande attenzione al turismo. Tanti i casi di avventori ( senza alcuna distinzione di bandiera) i cui comportamenti hanno messo a rischio l’habitat naturale dell’Altopiano. In questo caso la legge prevede, non solo un pagamento in denaro, ma in casi più estremi anche la fuoriuscita immediata dai confini tibetani. E non sono mancati i casi. D’altronde, come recita un proverbio tibetano “la natura è nostra madre, e noi non offenderemo mai nostra made, giusto?”