PRIMO STOP AI FUOCHI D’ARTIFICIO NEL TIBET

  • by Redazione I
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  • 21 Ott 2025
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PRIMO STOP AI FUOCHI D’ARTIFICIO NEL TIBET, Mirabile Tibet


Artista cinese e azienda canadese sanzionati per i danni alla fauna, agli ecosistemi e all’ambiente

In base all’inchiesta condotta dalle autorità locali, lo spettacolo pirotecnico di settembre nello Shigatse ha danneggiato un ecosistema di oltre 30 ettari (cioè, l’equivalente di circa 42 campi di calcio), colpendo il terreno, la vegetazione e – soprattutto – la vita selvatica. Quattro funzionari sono già stati indagati, trovati colpevoli per aver permesso lo spettacolo e licenziati, mentre per gli autori si è aperta la strada della responsabilità legale per danni ambientali. In due forme: risarcimento danni e obbligo di ripristino ecologico.

Vediamo insieme cos’è successo e perché le conclusioni di questa inchiesta, voluta e seguita da persone e media di tutto il mondo, sono così importanti.

PRIMO STOP AI FUOCHI D’ARTIFICIO NEL TIBET, Mirabile Tibet


Per il 19 settembre, in una Natura fragile e preziosa a pochi passi dall’Everest tibetano Qomolangma, l’artista cinese Cai Guoqiang e un suo sponsor – l’azienda canadese di abbigliamento Arc’teryx – avevano organizzato uno spettacolo con ben 1.050 batterie di lancio: luci, rumori e fumo intensi e concentrati in meno di un minuto, che avevano subito suscitato numerose proteste pubbliche offline e online senza però riuscire a impedire lo spettacolo. Così, a cose fatte, si è aperta l’indagine – con 75 rilevatori per la qualità dell’aria, dell’acqua e del terreno, 90 per la biodiversità e 30 telecamere a infrarossi. Che hanno riscontrato i danni dell’esibizione, dal traffico di uomini e mezzi per organizzarla all’inquinamento durante e ai rifiuti (polveri sottili, detriti di plastica e residui, anche chimici, dei fuochi) lasciati a terra post. Danni, peraltro, in violazione di due leggi vigenti nell’area: quella per la protezione ecologica dell’altopiano Qinghai-Tibet e quella per la tutela dei pascoli e delle praterie in contesti che, con anni di duro lavoro e di enormi investimenti, stanno sconfiggendo la desertificazione e ripristinando gli habitat.

PRIMO STOP AI FUOCHI D’ARTIFICIO NEL TIBET, Mirabile Tibet


L’autore ha espresso le sue profonde scuse e si è impegnato a collaborare con le autorità locali nel recupero dell’equilibrio ecologico ma, intanto, la pulizia dell’area dai rifiuti tossici è stata fatta (e per giorni) dai tibetani della Contea. Lo sponsor è corso alla difesa del marchio, della sua immagine e reputazione – dichiarando che l’evento era contrario ai valori aziendali e suggerendo l’esclusiva responsabilità della squadra locale. Entrambi avevano dichiarato che le polveri utilizzate erano biodegradabili e verificate da test internazionali: cosa dimostratasi non vera e, comunque, non compatibile con i circa 5mila metri di altitudine e quindi con la diversa velocità di degrado dei detriti.

A ogni modo, proprio perché accaduti in uno degli ecosistemi più fragili al mondo, spettacolo, inchiesta e sanzioni hanno riportato all’attenzione globale il problema dell’impronta ecologica e dell’impatto delle attività umane sugli animali. Perché, oltre alle eventuali ferite e mutilazioni, piccoli o grandi uccelli e mammiferi come i Bharal (le “pecore blu”), le Antilopi tibetane, i Pikas dell’Altopiano (vitali per la salute del suolo) o i Leopardi delle nevi possono manifestare panico, disorientamento, abbandono dei nidi e degli habitat, perdita dell’udito, collassi cardiaci e altri traumi da stress a lungo termine – infertilità compresa. Senza dimenticare i detriti fisici e chimici dei fuochi d’artificio che, prima ancora di inquinare suolo e acqua, rischiano di essere ingeriti.

Arte, spettacolo e divertimento: sì, certo, ma non a questo prezzo.