INCENSO TIBETANO? ECCO COSA SAPPIAMO REALMENTE, Mirabile Tibet

INCENSO TIBETANO? ECCO COSA SAPPIAMO REALMENTE

  • by Redazione
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  • 09 Mag 2023
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Quando si varca la soglia di un tempio buddhista, si è inebriati dal forte profumo di incenso che brucia davanti alle statue votive dei diversi Buddha. Sapevate che in Tibet si produce uno degli incensi più raffinati al mondo? Questo è esportato pressoché ovunque ed è immancabile negli altari dei principali templi buddhisti di tutta l’Asia! Dubbi rimangono su come l’incenso sia arrivato a queste altitudini. Alcuni storici ritengono che sia giunto dall’India insieme al Buddhismo, ma testi originari sia cinesi che tibetani hanno scoperto una “via tibetana” alla fabbricazione di incensi. Quale la verità?

Cosa sappiamo

In Tibet, per molti secoli, l’incenso ha fatto parte della vita quotidiana. Ampiamente usato per la meditazione e la pulizia dell’ambiente domestico, questo ha un aroma inconfondibile che spesso, stando alla tradizione tibetana, aiuta a calmare e lenire le menti inquiete. L’incenso è anche ampiamente usato nei templi buddisti e nei monasteri e la gente brucerà incenso nei templi mentre adora Buddha. Ma quale è la storia dietro l’incenso?

La storia dell’incenso

Iniziamo prima di tutto nel capire cosa è l’incenso tibetano. Fatto ingredienti naturali, senza colle nocive o cancerogeni e rispetto all’incenso proveniente da altri luoghi del mondo, l’incenso tibetano è unico. È fatto a mano, usando solo erbe, spezie, fiori e può contenere fino a 28 ingredienti diversi. Nella forma non ha un bastone centrale di bambù per tenerlo insieme. L’ingrediente principale dell’incenso è ovviamente il legno il quale viene tagliato a pezzetti e poi macinato in polvere fine. Gli ingredienti principali trovati nella maggior parte dell’incenso sono: sandalo, legno di agar, pino o cedro; mirra, ambra, incenso, erba di loto di neve, ibisco, zafferano, orpellino rosso, chiodi di garofano, borneolo e fungo di bruco cinese. A volte si aggiunge polvere di carbone vegetale, come la polvere di makko, ottenuta dalla corteccia dell’albero tabu-no-ki, che aiuta a legare insieme le polveri, con un pò d’acqua. Con la miscela legata insieme, viene lavorata a mano e lasciata asciugare. A differenza dell’incenso “a stelo” cui siamo soliti vedere, i tibetani sono diventati maestri nella lavorazione di questo materiale dando vita alle forme più disparate. Troviamo difatti il cosiddetto “incenso a labirinto” o a forma di caratteri dell’alfabeto tibetano, ma il più interessante è “l’incenso a corda”.

Il “villaggio dell’incenso”

Si ritiene che l’incenso in Tibet provenga dall’India e sia approdato sull’Altopiano oltre oltre 1.300 anni fa. Tuttavia, ci sono alcuni antichi testi tibetani che risalgono a più di 2.000 anni che includono ingredienti e composizione di incenso. Ovviamente la diffusione di tale prodotto è fortemente legata al Buddhismo, basti pensare infatti che originariamente l’incenso era prodotto solo dai monaci nei monasteri buddisti. Leggenda narra che il “primo villaggio” dell’incenso tibetano sia anche la città natale di Tunmi Sangbuzha, il creatore della lingua tibetana. Durante la dinastia Tang in Cina, Sangbuzha fu inviato in India per studiare e riportare in sanscrito non solo le maestranze indiane, ma anche il come fabbricare l’incenso. 

Il villaggio, ancora esistente, è oggi la patria dell’incenso tibetano e la produzione è diventata decisamente più moderna rispetto al passato, tanto che viene considerato uno degli incensi più pregiati. Tuttavia il più famoso tra tutti gli incensi tibetani viene dal monastero di Mindroling, nella prefettura di Shannan. È uno dei sei principali monasteri della scuola buddhista di Nyingma, ed è stato fondato nel 1676. La storia tibetana afferma che l’incenso di Mondroling fu originariamente inventato dal fondatore del monastero, Rigzin Terdak Lingpa, ed era limitato per l’uso del Dalai Lama da solo, e fino ad oggi, la ricetta è nota solo a pochi lama.