I FESTIVAL TIBETANI DI PRIMAVERA

  • by Redazione I
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  • 07 Giu 2024
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I FESTIVAL TIBETANI DI PRIMAVERA, Mirabile Tibet


Più di venti, i festival annuali tibetani, che si aggiungono a cinque manifestazioni di abilità ippiche e diverse celebrazioni nei monasteri. Anche se le date possono variare, andiamo a vedere cosa potremmo trovare a giugno – complice la primavera e il verde nei prati.

Saga Dawa – “il mese dei meriti”

Festeggiante la nascita, l’Illuminazione e il parinirvana di Buddha Sakyamuni, questa celebrazione è un momento di purificazione e di rigenerazione del cuore messo nella pratica. Comprese la generosità e la compassione: infatti, si dice che – per ogni buona azione compiuta in questo mese a favore del prossimo – “i meriti saranno moltiplicati per centomila”. Perché mossi non dall’abitudine o dal timore del karma negativo, bensì da un sentimento autentico. E, questo, nel momento di massima spinta della Natura – quando la vegetazione (e dunque la vita) riparte.

L’esposizione dei Thangka

Tre enormi tessuti dipinti (thangka) – grandi all’incirca la metà di un campo da pallacanestro – vengono esposti uno per volta a Tashilhunpo. Il primo raffigura Buddha Amitabha – un monaco che aveva giurato di salvare tutti gli esseri viventi in un luogo celeste. Il secondo è Buddha Sakyamuni – che insegnò l’Illuminazione alle popolazioni Indù e al quale ci si riferisce normalmente quando si parla di “Buddha”. Il terzo – Maitreya Buddha, figura molto significativa per la storia del monastero – si narra viva nel Cielo, dove aspetta il declino della fede e della pratica per venire nel mondo.

Il Festival di Gyantse

Inizialmente, questo festival prevede corse di cavalli e gare di tiro con l’arco e al galoppo seguite da divertimenti e picnic. Più tardi, si aggiungono giochi con la palla, atletica leggera, canti, danze e un mercatino all’aperto – il tutto fuori città, tra le tende per gli ospiti da ogni angolo del Tibet. Nato per la consacrazione del principe Gyantse, che qui costruì il monastero di Pelkor Chode o Palcho, il festival diventa nel tempo una competizione tra villaggi e rispettivi cavalieri e atleti. Che si apre con mantra e danze sacre e si conclude con corse di Yak o di asini.

Il Festival dell’incenso

Il 15 giugno, per compiacere e allontanare gli spiriti, si usa andare sulle colline per danzare in maschera su musiche suonate dai monaci. Appendendo bandiere di preghiera agli alberi, bruciando incensi, realizzando dei falò e lanciando fuochi d’artificio rituali (Sang). Suoni, danze, fuochi che purificano e profumi – questi ultimi grazie agli incensi, alle foglie di erbe aromatiche e ai rami di pino e cipresso. Attraverso i movimenti e i gesti dei ballerini con il cappello nero, le danze rituali (Cham) insegnano come esercitare la compassione.

Shoton, il Festival dell’Opera

Letteralmente “banchetto dello yogurt”, questo festival di sette giorni nasce nel XI secolo, quando si comincia a offrire ai monaci (in uscita da un mese di ritiro per evitare di calpestare i neonati insetti) questo ristoratore pasto. A metà del XVII secolo, si aggiungono gli spettacoli di Opera – con cattivi incappucciati, diavoli saltatori e ragazze vorticanti con lunghe maniche di seta. Artisti provenienti da diverse regioni che si riuniscono a Lhasa, spettacoli sotto gli alberi del Palazzo di Norbulingka, grandi picnic e – beninteso – yogurt. 

Colori, profumi, suoni e tanta vitalità. A celebrare, attraverso i corpi, il Senso e la Bellezza.