POTALA, IL “DOLCE PALAZZO” TIBETANO

  • by Redazione I
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  • 31 Ott 2025
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POTALA, IL “DOLCE PALAZZO” TIBETANO, Mirabile Tibet


Anche quest’anno, pennelli e secchi alla mano, centinaia di residenti e persino turisti si sono riuniti sotto il terso cielo autunnale di Lhasa per il tradizionale rinnovamento bianco, rosso e giallo del Palazzo-simbolo del Tibet. Un rituale spirituale, una preghiera di felicità, abbondanza e pace, e un gesto d’amore con un “dolce segreto”, che da più di 300 anni conta tra i suoi principali ingredienti il latte, il miele e lo zucchero.

POTALA, IL “DOLCE PALAZZO” TIBETANO, Mirabile Tibet


E non per un capriccio, ma per le loro proprietà. Infatti, la base di questa inedita “calce” è il lime bianco – che difende da muffe e batteri, protegge dalla pioggia e dai raggi UV, regola dunque l’umidità e, assorbendo il CO2 dall’aria, diventa parte integrante del muro, garantendo un’ottima qualità dell’aria all’interno. Il latte, spesso di Yak, fa da colla e respinge i funghi mentre il miele e lo zucchero rafforzano l’adesione e sigillano le crepe, difendendo così le pareti dalle infiltrazioni d’acqua piovana e dallo scrostamento. Con l’aggiunta dei pigmenti naturali per il rosso e dello zafferano per il giallo, quest’ultimo a tenere anche lontani gli insetti, il gioco è fatto – e il Palazzo può nuovamente risplendere. Grazie a qualche piccolo strumento in più e a una sempre migliore organizzazione, non più in un mese e mezzo bensì in una sola settimana. Divisa tra chi ogni alba porta la mistura fatta in casa, chi la “lancia” dalle proprie bacinelle e chi, come un vero Uomo-Ragno, tinge o spruzza appeso alle corde.

POTALA, IL “DOLCE PALAZZO” TIBETANO, Mirabile Tibet


Innalzato nel VII secolo dal Re Songtsen Gampo in onore della sua sposa – la Principessa cinese Wencheng -, in gran parte ricostruito nel 1645 per volontà del quinto Dalai Lama e seriamente rinnovato, consolidato e restaurato negli ultimi 30 anni, il Potala rimane il più grande e il meglio conservato complesso di tutto il Tibet. Rosso, bianco e giallo a simboleggiare l’autorità, la pace e la prosperità, sotto protezione nazionale dal 1961 e patrimonio UNESCO dal 1994.

Come dicevamo, un gesto d’amore e di devozione. Che da oltre 10 generazioni, a ogni celebrazione del ritorno del Buddha Shakyamuni dal Regno celeste dei Trentatré Deva (Lhabab Düchen), vede premiate le buone azioni – moltiplicando i meriti per 100 milioni di volte.