“FREE TIBET, FREE ANIMALS”: NEI CONFINI TIBETANI RITORNA LA FUANA SELVATICA, Mirabile Tibet

“FREE TIBET, FREE ANIMALS”: NEI CONFINI TIBETANI RITORNA LA FUANA SELVATICA

Il governo di Lhasa, ha da tempo combattuto attività illegali quali bracconaggio e contrabbando di animali selvatici. Grazie ala formazione ed istituzioni di numerose aree protette, lo Xizang è divenuto un vero santuario per gli animali. Tante le specie che prima in pericolo di estinzione, sono ritornate a ripopolare l’Altopiano. Tra queste due storie importanti: quella della “gru dal collo nero” e lo “sciacallo dorato”.

 

La regina dei cieli torna a volare su Lhasa

La gru dal collo nero, conosciuta anche come gru tibetana, è uno dei volatili simbolo dell’Altopiano. Nonostante le sue medie dimensioni, lunga fino a 139 cm, dall’apertura alare di 235 cm e dal peso di 5.5 kg, viene così chiamata a causa delle sue caratteristiche fisiche. All’occhio si presenta come una normalissima gru grigio-biancastra, se non fosse per la testa completamente nera, così come la coda e le piume terminali delle ali. La particolarità della gru tibetana è per la testa. Con due macchie bianche all’interno dell’occhio ed un “pennacchio”rosso sopra il becco, è difficile non riconoscere questo volatile. Oltre al fatto che, caso raro nel mondo dei volatili, non esiste una distinzione esteriore per i sessi. Maschio e femmina sono esattamente uguali.

Diffusa in Cina, India Buthan e Vietnam, la gru dal collo nero nidifica da secoli sull’altopiano tibetano. Ha sei aree di svernamento, la maggior parte delle quali in Cina, ad altitudini più basse, specialmente sul lago Caohai, ma sverna anche in Bhutan. In India, la gru nidifica presso i laghi alpini del Ladakh, come lo Tso Kar. Ma perché quest’animale è fortemente legato al popolo tibetano ? Tradizionalmente è una delle creature sacre per eccellenza della cultura cinese, inoltre, viaggiando per i molti stupa e monasteri di montagna, ci accorgeremo come la gru sia rappresentata un po’ ovunque. Statue dorate e dipinti di questo volatile sono infatti lo zoccolo duro di una spiritualità e iconografia buddhista, che è facilmente fruibile in ogni angolo della Cina.

Da sempre a rischio d’estinzione, attualmente si stima una popolazione di circa di 6 mila esemplari. La minaccia maggiore per la sua sopravvivenza deriva dalla bonifica delle zone di riproduzione per fare posto alle coltivazioni. Anche l’apertura al turismo della valle del Ladakh ha influito negli ultimi anni sulle popolazioni di questa gru.a causa dei cambiamenti climatici, nonché a causa dell’azione dell’uomo, per tutelare il suo habitat naturale, il governo di Lhasa ha istituito in varie aree della Regione autonoma, numerose riserve naturali. E questa politica sembra funzionare. Negli ultimi anni le gru dal collo nero sono tornate a volare sui cieli del sud-ovest del Tibet.

 

Lo sciacallo dorato, il predatore che ha ispirato leggende e storie popolari

Una seconda ed importante testimonianza di come la fauna selvatica stia ritornando in Tibet è la “riscoperta” dello sciacallo dorato, grazie ad un team di esperti guidato dal Dott. Lui Hao. Secondo Luo Hao, iniziatore dell’attività dell’Istituto la sua equipe ha scoperto lo Sciacallo Dorato all’inizio di luglio durante una spedizione effettuata nelle immediate vicinanze di Gyirong: la rapidità è stata essenziale visto che anche coi moderni mezzi fotografici solo venti foto sono state scattate per confermare l’esistenza di questo selvatico, estremamente raro e schivo.

A completare il successo della spedizione la squadra di Luo Hao ha identificato nella stessa escursione due Meconopsis (genere di piante della famiglia delle papaveracee), denominate Meconopsis Autumnalis e Meconopsis Bella Subup. Non solo fauna. Dalla spedizione di esperti è stato inoltre rinvenuto un esemplare di Meconopsis Polygonoides, una specie identificata nel 1915 dal botanico David Prain per battezzare una specie trovata nella Valle di Yadonggou nel 1884. Liu Yuhong dell’Istituto ricorda come nel 1975 due ricercatori cercarono di riportare un esemplare di questa pianta a Gyirong ma il loro tentativo fallì a causa del cattivo stato di conservazione in cui raggiunse la destinazione. Nel 2009 un botanico nipponico di nome Tosyoshida identificò con successo la Meconopsis Polygonoides a Kunming.

Infine, la spedizione ha anche scoperto e successivamente identificato una mantide religiosa appartenente alla famiglia delle Pyrgomantis Sp. questa specie, molto somigliante agli insetti-stecco (Fasmidi) è caratterizzata dall’incedere con un passo dondolante. Inoltre, Luo Hao ha precisato che dal 2008 il suo Istituto è riuscito a fotografare specie animali e vegetali dell’ambiente Himalaiano, al fine di redigere un bilancio della biodiversità di tale ambiente. La prossima escursione dell’Istituto interesserà i dintorni di Lhasa. Free Tibet, free animals! La fauna selvatica sempbra ritornare all’interno dei confini tibetani.