ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET

  • by Redazione I
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  • 11 Nov 2025
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ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET, Mirabile Tibet


Non solo nuove foreste: nel sempre più verde territorio della città di Lhasa, almeno due Parchi agricoli riescono a integrare saperi antichi e moderni, formazione, lavoro, sviluppo sostenibile e turismo ecologico

ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET, Mirabile Tibet


Il primo, nella Contea di Meldro Gungkar, sta attirando in questi giorni l’attenzione mondiale per le sue zucche giganti – del diametro di 95 centimetri e un peso di ben 151 chilogrammi. In un luogo già considerato un modello dell’agricoltura moderna, che su un’area di poco più di un chilometro quadro conta 130 capannoni per le serre (50 rinnovati e 80 nuovi), coltiva 15 varietà vegetali con una produzione annuale di 421 tonnellate e, almeno per ora, dà lavoro – e nuovo reddito – a oltre 4,3mila persone.

ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET, Mirabile Tibet


Il secondo, nella cittadina di Caina, è ormai un punto di riferimento per l’agricoltura sostenibile e integrata. Perché – oltre al successo in quantità, qualità e reddito prodotto – su una superficie di circa 1,3 ettari ospita 15 imprese, 12 istituzioni di ricerca e 5 zone di interesse che, dai semi alle varietà coltivate e alla cultura agricola dell’Altopiano, solo nel 2024 sono state visitate da 151mila turisti.

ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET, Mirabile Tibet


A considerare la Storia di queste terre e la ritrovata, recente spinta verso il verde, una rinascita non solo per Lhasa ma per tutto il Tibet. Che deve la sua prima agricoltura ai doni in libri, tecniche di coltivazione e semi (a cominciare dai cereali e dalle piante medicinali) portati 1.300 anni fa dalla Principessa Wencheng e che, negli ultimi 60 anni, ha evidentemente deciso di raccoglierne il lascito.

ZUCCHE GIGANTI E PARCHI AGRICOLI DEL TIBET, Mirabile Tibet


Anche con la creazione di ben 9 parchi agricoli e la continua ricerca di un’agricoltura integrata e circolare. Che riesca a vincere sulla desertificazione, recuperare la biodiversità, ridurre l’inquinamento, affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici, costruire una diversa sensibilità ambientale, migliorare la qualità della vita e avvicinarsi sempre di più al massimo equilibrio possibile con la Natura – anche inviando l’orzo tibetano nello Spazio o inventandosi le “pecore fotovoltaiche”. Senza dimenticare la tecnica idroponica, già utilizzata a Caina e che permette di evitare il consumo di suolo, l’uso di sostanze chimiche e, soprattutto, lo spreco di acqua e di nutrienti.

I semi, anche culturali, della Principessa Wencheng hanno ripreso a fiorire. Infatti, l’annuale Festa tibetana del Raccolto, inaugurata nel 2018, è sempre più ricca.