
Il terremoto del 7 gennaio nel Shigatse si era lasciato dietro molte vittime, diversi feriti e serissimi danni a migliaia di case e alcuni monasteri. Ma aveva anche rivelato le notevoli capacità e – soprattutto – velocità della macchina dei soccorsi, messa su in anni di investimenti pubblici e in grado di muoversi a soli 10 minuti dal sisma nonostante distanze, altitudini e clima. Il primo segreto di questa rapidità? Il sistema cinese di allerta sismica, che in molte regioni avverte entro 10-20 secondi e che, in alcune zone-chiave – Lhasa compresa – invia l’allarme entro soli 7 secondi dalla prima scossa.
Parliamo di una vera “rete”, entrata in piena attività a luglio scorso e che oggi copre circa 140 milioni di utenti. Grazie a 70mila terminali (dai 12mila solo un anno fa) installati non solo in quasi tutte le scuole primarie e secondarie o nelle grandi imprese energetiche e di lavoro di precisione ma anche nelle grotte buddhiste, molte delle quali patrimonio dell’Umanità.
Come quelle di Maijishan nella provincia di Gansu (nella foto), di circa 1.600 anni e nell’elenco UNESCO dal 2014: un sito di 221 grotte contenenti diverse pitture e più di 10mila sculture in argilla, collegate da 1,5 chilometri di passerelle aeree in un percorso il cui punto più alto raggiunge i 70 metri dal suolo. Il tutto, protetto da oltre 200 stazioni sismiche in un raggio di 100 chilometri più 6 stazioni sulla parete rocciosa che – attraverso la trasmissione costante dei dati e la modellazione 3D – permettono di monitorare in tempo reale l’attività sismica e le vibrazioni. Ma anche di identificare con precisione millimetrica gli eventuali problemi strutturali e quindi di intervenire velocemente, grazie a sismometri nodali che analizzano i modelli delle vibrazioni lungo le passerelle e dentro la “scogliera”.
Vite, case, ma anche patrimonio culturale. Soprattutto in zone così ricche di Storia, Spiritualità e Arte come – a parte Lhasa – la provincia di Gansu. Sull’antica Via della Seta, confinante da un lato con il Qinghai e dall’altro con il Sichuan, attraversata dal Fiume Giallo e molto importante per il Buddhismo sviluppatosi tra l’Altopiano tibetano, la Mongolia e la Cina. Pertanto, piena di antichi templi e luoghi di culto, dalle famose ‘Grotte dei Mille Buddha’ ai complessi monastici tibetani – come quello di Milarepa vicino a Hezuo – della Scuola Gelug.
Vite, case, ma anche patrimonio culturale. Sapendo che l’intero Altopiano tibetano si trova tra due placche tettoniche, quella indiana e quella eurasiatica, e che questo significa rendersi pronti. A soccorrere, certo, ma soprattutto a consolidare, preservare e – in futuro – prevenire.