In uscita dal biennio pandemico e dal blocco triennale ai viaggi, le cifre del 2023 pubblicate di recente sono impressionanti: più di 55 milioni, i turisti nell’Altopiano tibetano, con una crescita annuale del quasi 60% ed entrate superiori ai 65 miliardi di yuan (9 miliardi di dollari). Non solo: considerata l’enorme ricchezza culturale, la ripresa del Turismo è andata di pari passo con la crescente protezione del patrimonio immateriale della regione. Cominciata nel 2012 e che, in 10 anni, aveva visto stanziare oltre 325 milioni di yuan nei beni inseriti nell’elenco nazionale – cioè, nei saperi su questi beni, nella formazione alla protezione e nei servizi collegati al loro utilizzo. Con il risultato, alla fine del 2023, di 173 nuovi laboratori dedicati a questo patrimonio, che hanno cambiato anche molte vite. Cominciando dalle migliaia di persone che oggi ci lavorano e che possono farlo vicino a casa, in una “industria” – quella della Cultura – che ha raggiunto i 9 miliardi di yuan.
Per gli amanti della Natura invece, due i luoghi testimoni di questa spettacolare ripresa: le cittadine di Lulang e Nyingchi (o Linzhi), entrambe in una prefettura a più di 3mila metri sul livello del mare e ormai conosciuta come “la piccola Svizzera del Tibet”.
Lulang parte come landa povera e inaccessibile perché priva di infrastrutture. Grazie al programma di sostegno avviato dalla provincia cinese di Guangdong – che solo tra il 1994 e il 2014 ha investito nello sviluppo sostenibile di questa località circa 3 miliardi di yuan – nel 2023 sono arrivati 860mila turisti. Ospitati nei 12 alberghi e nelle oltre 70 case private ormai pronte all’accoglienza, in una Natura bellissima nella quale passeggiare a piedi o a cavallo e imparare il tiro tradizionale con l’arco. Perché Lulang è affascinante durante tutto l’anno, dalla fioritura delle azalee in maggio-giugno al verde rigoglioso delle foreste e dei prati a luglio-agosto, i forti colori dell’autunno da Ottobre in poi e il bianco dell’inverno sul Tetto del Mondo. Senza dimenticare le colline, le valli e le cascate oppure il Namjagbarwa, “padre delle montagne del Tibet”, alto 7782 metri e la cui vista da Lulang è impareggiabile.
Linzhi, con un clima molto influenzato dall’umidità dell’Oceano Indiano, è un vero “Paese delle meraviglie” naturali. Dalla stessa montagna Namjagbarwa e dalla Riserva naturale nazionale del più grande e profondo canyon al mondo, Yarlung Tsampo – mix di ghiacciai, cime e pendii ancora da esplorare – ai chilometri di foreste alpine, le stesse di Lulang, e lo spettacolo dei peschi in fiore tra la neve lungo il fiume Niyang, in scena tra marzo e aprile.
Due meraviglie oggi raggiungibili grazie alla creazione di un’autostrada, la 318, che collega Chengdu nel Sichuan a Lhasa e al Nepal, alla ferrovia Nyingchi-Lhasa – la prima completamente elettrificata del Tibet – e a un aeroporto (Nyingchi-Mailing) a più di 2900 metri sul mare.