ICONOGRAFIA BUDDHISTA: IL VASO DELLA RICCHEZZA E IL FIORE DI LOTO.

  • by Innocenzo Quinto
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Nell’immagini tibetane il vaso della ricchezza (in sanscrito kalasa, in tibetano gter-chen-po’i bum-pa) è un recipiente tondo con il collo corto e stretto che poi si allarga formando un bordo decorato. L’apertura del vaso è chiusa con un grande gioiello che indica appunto che si tratta di un vaso della ricchezza. L’utilizzo di vasi di questo tipo risale fin dalle origini del Buddhismo e di altre religioni orientali, e simboleggia l’idea di ottenimento e soddisfazione dei desideri materiali. Nel Buddismo tibetano si utilizzano vasi di forma diversa a seconda delle pratiche rituali, in modo particolare per i rituali tantrici. Il...

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I SIMBOLI DELLA CULTURA TIBETANA: IL PARASOLE E I PESCI D’ORO.

  • by Innocenzo Quinto
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Il Parasole (in sanscrito chattra, in tibetano gdugs) è comunemente interpretato quale simbolo della dignità regale e rappresenta il potere spirituale. Derivato dall’arte indiana antica, viene rappresentato in diverse forme e varianti.   Semplice o triplo, di seta gialla, bianca o anche multicolore, viene rappresentato aperto e abbastanza ampio da accogliere quattro o cinque persone. Otto nastri di seta multicolore o di un colore solo, ornati da frange, pendono dal bordo superiore. Il significato simbolico del parasole deriva dalla possibilità che offre, in caso di maltempo o di sole eccessivo, di proteggersi, possibilità che da sempre è stata identificata come...

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I SIMBOLI DELLA CULTURA TIBETANA

  • by Innocenzo Quinto
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I simboli nella cultura tibetana sono validi tanto nella loro funzione di augurio quanto in quella di presagio. Rimane da chiarire un punto, ovvero quello inerente ad una possibile interpretazione superstiziosa di tali simboli; come sarebbe possibile coniugare tale atteggiamento scaramantico o magico con gli insegnamenti buddhisti sul karma?   In effetti, nella tradizione buddhista affermatasi in Tibet si ha avuto il recupero di superstizioni preesistenti, sia di origine sciamanica che ereditati dall’antica religione Bön. Si è già ricordato in molteplici passaggi quanto questa inclinazione cozzi abbastanza nettamente con fondamentali concetti buddhisti quali la vacuità e l’impermanenza. Tuttavia, la consuetudine...

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I SIMBOLI DEL BUDDISMO NELLA CULTURA TIBETANA

  • by Innocenzo Quinto
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Rimane da chiarire un punto, ovvero quello inerente ad una possibile interpretazione superstiziosa di tali simboli; come sarebbe possibile coniugare tale atteggiamento scaramantico o magico con gli insegnamenti buddhisti sul karma? In effetti, nella tradizione buddhista affermatasi in Tibet si ha avuto il recupero di superstizioni preesistenti, sia di origine sciamanica che ereditati dall’antica religione Bön.   Si è già ricordato in molteplici passaggi quanto questa inclinazione cozzi abbastanza nettamente con fondamentali concetti buddhisti quali la vacuità e l’impermanenza. Tuttavia, la consuetudine dell’utilizzo di tali simboli può avere una qualche compatibilità con il concetto del karma.   Abbiamo proposto qualche...

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L’ICONOGRAFIA BUDDHISTA NELLA CULTURA TIBETANA

  • by Innocenzo Quinto
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Da oltre mille anni nella cultura tibetana è penetrata una particolare declinazione del Buddhismo, che si inserisce, pur con specificità locali, nella corrente del cosiddetto Buddhismo Vajrayāna. Abitualmente, il termine Buddhismo Vajrayāna è traducibile in italiano come Buddhismo del veicolo adamantino o Buddhismo del veicolo del diamante. Abbiamo già avuto modo di rimarcare, in precedenti lavori, come la categoria del Buddhismo tibetano sia solo una corrente del Vajrayāna, e che a sua volta all’interno dello stesso si articolino diverse scuole e differenti lignaggi, di cui quello dei Gelugpa – o berretti gialli – convive nell’articolato mondo lamaista con le altre...

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IL TIBET E L’IMPERO CINESE.

  • by Innocenzo Quinto
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Non appena arrivò l’ambasciatore di T’ang, il ministro Si-ta-jo giunse per stabilire con lui il protocollo dell’alleanza. Venne allestito un grande festino a destra della tenda e il modo di servire i piatti e passare il vino era molto simile a quello cinese. Veniva suonata musica con l’aria del Principe di Chin che spezza la falange, come pure altri motivi della prefettura di Liang. È registrato che tutte le canzoni e gli spettacoli furono eseguiti da cinesi.   L’altare per il patto era largo tre passi e alto due piedi. L’ambasciatore di T’ang e più di dieci ministri stranieri stavano...

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SONGTSEN GAMPO E LE RELAZIONI CON LA CINA.

  • by Innocenzo Quinto
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Sulla preparazione militare del Tibet si potrebbe probabilmente dire di più, e per quanto riguarda l’uso dell’ocra rossa come pittura facciale, un testo del Khotam si riferisce regolarmente ai tibetani, che invasero questo paese nel 665 d.C., distruggendo templi e santuari, come ai Visi Rossi.   Oltre alla descrizione generale del Tibet gli Annali Tang forniscono un minuzioso resoconto delle relazioni tra la Cina e il Tibet dal settimo al nono secolo, fornendo molte testimonianze sugli usi dei tibetani durante il periodo in cui i due paesi si conobbero reciprocamente piuttosto a fondo.       Sia Songtsen Gampo che...

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LA DINASTIA CINESE TANG E IL NUOVO REGNO.

  • by Innocenzo Quinto
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Tale vittoria allarmò la Cina, al cui imperatore Songtsen richiese di concedergli in moglie una figlia per stringere alleanza, ed al rifiuto di questi sarebbero seguite qualche anno dopo vittoriose incursioni tibetane nei territori cinesi.   Secondo gli annali Tang dopo tali incursioni Songtsen si ritirò scusandosi con l’Imperatore, ottenendo in seguito in moglie la nipote Wecheng, ma secondo la storiografia tibetana l’Imperatore cinese concesse Wecheng in moglie sotto la minaccia delle armi.   Anche la conquista di Zhang Zhung viene citata da fonti tra loro contraddittorie: secondo alcune il regno fece atto di sottomissione a Songtsen nel 634, prima...

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L’ASCESA DEI TANG.

  • by Innocenzo Quinto
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Secondo alcune fonti nacque a Gyama, l’odierna Gongkar, la capitale del regno fondata dal padre nella valle dello Yarlung a sud di Lhasa. Come detto, la data esatta della nascita è incerta, e se i tibetani la collocano tradizionalmente un anno prima della fondazione della dinastia Tang dell’imperatore cinese Gao Zu e perciò nel 617, altri studi approfonditi escludono categoricamente che sia nato dopo il 605 ed alcuni sostengono che la nascita risalga a prima del 595.   Era figlio del precedente re degli Yarlung, Namri Songtsen, che aveva creato un potente esercito e si era impadronito del Tibet centrale,...

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IL PRIMO IMPERATORE DEL TIBET.

  • by Innocenzo Quinto
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  Nel frattempo Lo-ngam aveva architettato uno stratagemma, fissando delle punte di lancia d’oro sulle corna di cento tori, caricando dei sacchi di cenere sulle loro groppe. Quando i tori si affrontarono, i sacchi si sfondarono e l’aria si riempì di cenere; in una polverosa confusione,    Lo-ngam uccise il re, realizzando il cattivo presagio associato al nome del re. Come ovvio, si può attribuire poca affidabilità storica a questi racconti, ma questo episodio può indicare tuttavia che si sia verificata una crisi epocale nel regno, quando i sovrani stabiliti furono sconfitti da un invasore straniero.   In tutti i...

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