LA NECROPOLI DI XIXIA DIVENTA PATRIMONIO UNESCO

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Il complesso funerario di questo importantissimo centro di potere militare, culturale e commerciale lungo la Via della Seta dall’XI al XIII secolo è il più grande e intatto sito archeologico della dinastia omonima, fondata dal popolo Tangut nel 1038 su un’area di oltre 1 milione di chilometri quadri tra l’altopiano mongolo e quello del Qinghai-Tibet. Un sito che copre più di 5 ettari e, soprattutto, secoli di Storia – visibili, oltre che nell’architettura dei 9 mausolei imperiali e rispettive 271 tombe nobiliari (conosciute come “le piramidi orientali), nei simbolismi stratificati dei 7.100 artefatti rinvenuti finora. La particolarità della necropoli ai...

GLI ABITI DELLA SPIRITUALITÀ TIBETANA

Il monaco, lo yogi e l’eremita Quando pensiamo al Tibet, è facile immaginare un monaco in abito rosso scuro – ma quello è solo uno dei volti della spiritualità tibetana. Ce ne sono altri due, meno conosciuti ma altrettanto profondi: quello degli yogi tantrici, chiamati Ngakpa, e quello dei Togden. E l’abbigliamento assume un valore simbolico, in segno dei voti fatti e dell’impegno spirituale preso. I monaci sono coloro che, in spirito di rinuncia e seguendo lo stile più antico del Buddhismo, hanno preso l’ordinazione – il che implica il divieto di commettere una serie precisa di azioni e obbliga...

ALLA SCOPERTA DEL BILIARDO TIBETANO

Apparso in un piccolo e antico regno dell’Asia meridionale a sud dell’Himalaya e introdotto 150 anni fa anche sull’Altopiano tibetano, il gioco del biliardo ha visto qui un’evoluzione propria – dando origine a una versione dalle caratteristiche uniche: il Gyiren, simile al biliardo inglese (snooker) ma senza l’uso della stecca. Nel quale sono le dita a spingere una palla “battente” per colpire le altre 18 (9 bianche e 9 nere più una rossa, “do-marpo”, che può essere colpita solo dopo che almeno una delle altre è stata segnata) e farle entrare nei quattro fori con altrettante tasche di un tavolo...

COSA VEDERE NEL TIBET: LA LISTA SI ALLUNGA

Tra le Grotte di Piyang, il sito paleolitico di Piluo e quello neolitico del lago Mabu Tsho, aumentano le destinazioni archeologiche dell’Altopiano Nascoste tra le colline in arenaria nel più remoto Ovest del Tibet, le caverne a forma di nido d’ape (più conosciute come “le Grotte di Piyang”) custodiscono una delle maggiori collezioni di murales buddhisti. Con colori ancora vividi grazie ai pigmenti minerali naturali e che – assieme a quelle nelle vicine e coeve Grotte di Donggar, risalenti a 1000 anni fa – stanno fornendo agli storici l’anello finora mancante nel racconto della dinastia Guge e della diffusione del...

INONDAZIONE IMPROVVISA TRA IL TIBET E IL NEPAL

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Centinaia di sfollati e dozzine di dispersi, la macchina dei soccorsi lavora a pieno ritmo A una settimana dall’evento che ha colpito la zona di frontiera, facendo peraltro crollare il ‘Ponte dell’amicizia’ davanti alla Porta di Gyirong e distruggendo le dighe idroelettriche e le centrali a valle, ecco cosa sappiamo. Il giorno dopo, il Tibet contava 11 dispersi (dei quali 9 operai edili e 2 addetti alla manutenzione stradale) e 350 sfollati, subito trasferiti negli alberghi locali; il Nepal, 9 vittime (delle quali solo 5 identificabili) e 19 dispersi – inclusi 6 operai cinesi e 3 membri delle Forze dell’Ordine...

ANGSANG, IL MAESTRO MODERNO DEI THANGKA TIBETANI

Nel suo studio a Lhasa, Angwang Sangbu – da tutti conosciuto come Angsang – aiuta una studentessa a rielaborare il dipinto “classico” della Principessa Wencheng. E, sulla tela, i millenari pigmenti naturali della pittura thangka trovano delle espressioni nuove, testimoni di una cinquantennale carriera tra tradizione e modernità. Nato nel 1960 in una famiglia umile della Città vecchia, Angsang dimostra subito un talento eccezionale: a soli otto anni, vince il primo premio in un concorso scolastico, le sue opere appaiono più volte sul giornale Tibet Daily e il suo insegnante comincia a chiamarlo “il piccolo pittore”. Nel 1972, su 500 candidati, Angsang...

LA TIBETANA LHASA, “IL LUOGO DEGLI DEI”

C’è una ragione se il cuore sacro del Tibet si chiama così, e se attira pellegrini e visitatori da ogni angolo del pianeta, alla ricerca del mondo al di là del nostro. Perché, a Lhasa, il cielo si estende e il Sole splende così tanto che sembra che la volta celeste sia stata calata appena abbastanza da essere raggiunta. L’aria rarefatta e densa di incenso, il fruscio delle vesti cremisi dei monaci, il mormorio dei sutra cantati e il suono delle ruote di preghiera… La divinità non è lontana: tocca ogni passo e ogni testa china. Il Potala I suoi...

IL MONASTERO TIBETANO DI SAKYA: MEMORIA E FUTURO

A gennaio, un primo e importante terremoto nella prefettura di Shigatse – casa di migliaia di templi e 19 monasteri, alcuni dei quali (come Samye, Sakya e Tashilhunpo) di grande peso per il Buddhismo tibetano. A metà maggio, un altro piccolo sisma, a far temere per l’enorme patrimonio di Storia, Spiritualità e Arte della regione. In entrambi i casi, buone notizie per il Monastero Sakya. Edificato nel 1073 ma “resiliente”, grazie ai preventivi, tempestivi e lungimiranti lavori di consolidamento del 2019 e del 2024. Lavori che, fortunatamente, hanno riguardato il pilastro centrale della sala principale, alcune travi inclinate e il...

QUALITÀ ECOLOGICA: IL TIBET CONFERMATO TRA I MIGLIORI

  • by Redazione I
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A un anno dal posizionamento dell’Altopiano tibetano al vertice della classifica mondiale per qualità ecologica,  arrivano tre ottime notizie sia per la Regione, sia per i viaggiatori. La prima, che – tra la qualità dell’aria (eccellente al 99,7% in tutto l’Altopiano tibetano, 99,5% a Lhasa), quella dei laghi e dei fiumi (comprese le fonti di acqua potabile, che hanno raggiunto il 100%) e quella della biodiversità, la Regione rimane uno dei luoghi migliori al mondo. Un risultato reso possibile anche dalle ormai 6 stazioni nazionali di monitoraggio, in un territorio che conta 97 riserve naturali su 434mila chilometri quadri –...

L’ALTOPIANO QINGHAI-TIBET ASSORBE I GAS SERRA

Come anticipato a maggio, quando parlavamo di nuove rivelazioni sul clima, l’altopiano Qinghai-Tibet riesce non solo a compensare completamente le emissioni annuali di CO2 ma anche ad assorbire i gas serra. Soprattutto il metano (CH4) e l’ossido di diazoto (N2O) – cioè i più presenti nella regione dopo l’anidride carbonica e anche i più “potenti”, laddove l’effetto del riscaldamento per unità di metano è 27 volte quello del CO2  e, quello per unità di ossido di diazoto, 273 volte. La conferma arriva dall’Istituto di Ricerca sull’Altopiano tibetano dell’Accademia cinese delle Scienze, da tempo concentrato sulla neutralità carbonica (quindi sulla riduzione...