TIBET, UN PAESE DI CONFINE: CORRIDOIO NATURALE CHE DA SEMPRE COLLEGA MONDI E CULTURE DIVERSE, Mirabile Tibet

TIBET, UN PAESE DI CONFINE: CORRIDOIO NATURALE CHE DA SEMPRE COLLEGA MONDI E CULTURE DIVERSE

  • by Redazione
  • |
  • 29 Ago 2017
  • |

Il nome del Tibet, conosciuto in Cina come Xizang, è probabilmente il risultato di sovrapposizione di termini utilizzati da vari popoli per designare questa Regione di rara bellezza. I tibetani chiamano il loro paese Bod, che nel dialetto in uso nell’area centrale dell’Altopiano è pronunciato Po’. I loro vicini indiani lo chiamavano in tempi remoti Bhota o Bhauta mentre già in epoca Tang, la Cina imperiale denominava questa regione come Tufan. Ma come è arrivato a noi il nome Tibet? La risposta è racchiusa tra le sabbie del Medio Oriente, dal turco Tuput i musulmani hanno tradotto con Tubbet o Tibbat che presto venne assimilato dagli esploratori medievali che lo trasformarono in Tibet.

Ancora oggi la letteratura non è chiara  quale sia la vera origine dei popoli dell’Altopiano, ma si è concordi nel ritenere che questi siano i discendenti delle tribù nomadi Qiang, specializzate nell’allevamento, che si situarono presto nello Yarlung. Queste tribù si sarebbero poi mischiate ad altre tribù nomadi e locali andando a formare a sua volta il popolo tibetano. In seguito queste tribù, stanziate in un primo momento principalmente nella parte centro orientale e settentrionale della Regione, si sarebbero spostate successivamente verso sud dove, insieme alle vallate del centro, adottarono un tipo di vita parzialmente agricolo e quindi più sedentario nel quale andò a formarsi l’aristocrazia.

Tuttavia in queste radure, in prossimità delle montagne boscose dell’Himalaya, c’erano popolazioni non organizzate in stati chiamate generalmente Mon. Inoltre è da sottolineare come i tibetani devono molte influenze di tipo culturale anche da paesi confinanti quali il Nepal, il Khotan, il Suvarnagotra a sua volta confinante con altri paesi da cui sono giunti elementi di civiltà come greci, indiani ed iraniani. Ne deriva quindi un quadro molto complesso, che sottolinea ancora una volta come il Tibet sia da sempre sì un luogo dove la vita è ardua, ma un luogo di confine, di contatto multiculrare tra popoli e genti diverse.

Nel tempo arrivò anche il formarsi e delinearsi una società civile. Ogni capo aveva i suoi vassalli nobili i quali erano serviti da servi e sudditi: si praticava l’agricoltura e si allevavano pecore ed altro bestiame. Verso il VII secolo alcuni capi si accordarono per sostenere come loro sovrano il capo che governava nella valle di Yarlung facendone un re noto con il nome di Tsampo, il primo grande e leggendario re tibetano. Questo regno del Tibet centrale fu chiamato Bod nome con il quale fu definitivamente designato il Tibet. Il re aveva configurazione sacra, si pensava fosse disceso dallo zenit per mezzo di una corda atterrando così sulla montagna sacra di Yar-lha-sham-po nello Yarlung: lì sarebbe stato accolto da dodici uomini che decisero di farlo re, perchè disceso dal cielo, e lo portarono in spalla su una portantina. Essendo figli di dèi si riteneva che i primi re fossero ritornati in cielo per mezzo della stessa corda o scala che li aveva portati in terra, la quale partiva dalla loro testa. Il primo re ad aver lasciato il suo corpo in terra sarebbe stato Drigum. Ucciso per profanazione, il sesto discendente dal primo re tibetano, che avrebbe sfidato un suddito e che si sarebbe accidentalmente tagliato la corda celeste durante il combattimento. Il cimitero dei re è situato a ‘Phyong-rgyas, non lontano dal castello di Yum-bu-blasgang.

Dal VII secolo il regno del Tibet apparve nella scena internazionale e si contraddistinse per circa tre secoli, per la sua abilità in campo militare e per la sua espansione, come potenza regionale alleata della Cina imperiale. In questo clima d’espansione, l’Altopiano entrò in contatto con alcune delle culture più evolute o bellicose dell’epoca. Ad est c’era la Cina dei Tang, a nord popolazione di lingua indoeuropea e religione buddista (Turfan, Kucha e Khotan, presto inclusi nel territorio cinese), a nord (da est ad ovest) c’erano popolazioni guerriere, i turchi, resi con Drugu o Drug in tibetani-, orientali mongoli dell’Orkhon e i turchi occidentali dell’Ili, più tardi anche un altro ramo turco, quello degli Uiguri, ad ovest c’era l’Iran che di lì a poco avrebbe subito l’invasione araba, a sud c’era l’India divisa in staterelli.

Dal settimo secolo i tibetani cominciarono ad avere contatti con il mondo esterno e constatarono che i paesi confinanti erano tutti buddistici (dall’india di Asoka del III secolo a.C. sarebbe arrivato verso il Kashmir e da lì verso la Cina avanzando soprattutto grazie alle vie commerciali). Il Nepal, che intratteneva rapporti di tipo commerciale con il Tibet, fu fortemente influenzato dalla cultura indiana dal V secolo d.C. Il Tibet intratteneva rapporti commerciali anche con i Qiang (a nord ovest del Tibet) i quali li intrattenevano con altri popoli confinanti fino ad arrivare alla Persia e, seguendo le vie commerciali, fino a Bisanzio. Ad ovest del Tibet, nella vallata dello Tsangpo, c’era il regno di Zhangshung, comprendente il monte Kailasa  dove avrebbe tradizionalmente origine il Bon, una religione che i seguaci di questa stessa dottrina collocano prima dell’apparizione del buddismo in Tibet, avvenuta dal VII secolo.