IL MONLAN CHENMO, Mirabile Tibet

IL MONLAN CHENMO

  • by Redazione
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  • 23 Giu 2017
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Tre giorni dopo i festeggiamenti per il nuovo anno, a marzo, si tiene il Monlan Chenmo, la festa della grande preghiera: i migliaia monaci dei tre più grandi monasteri di Lhasa si raccolgono in assemblea con lo scopo principale di pregare per la lunga vita di tutti i santi guru di tutte le tradizioni, per la sopravvivenza e la diffusione del Dharma nella mente di tutti gli esseri senzienti, e per la pace nel mondo. Le preghiere comuni, offerte con sentita fede e devozione sui volti dei fedeli, aiutano a superare gli ostacoli alla pace e a generare condizioni favorevoli per vivere tutti in armonia. Considerata il più importante evento religioso del Tibet, questa festività venne introdotta nel XV secolo nel monastero di Ganden dal Lama Tsongkhapa per commemorare il Buddha Sakyamuni che, sfidato in una gara di miracoli da sei rappresentanti delle grandi scuole dell’Induismo, li sconfisse e li fece convertire al buddismo. Il giorno dei miracoli è un giorno di buon auspicio per la preghiera e la pratica in quanto si ritiene che i risultati karmici di azioni positive si moltiplichino in modo esponenziale.

Intanto, nel mese di marzo, nelle regioni dell’est, scoppia la primavera in uno spettacolo unico al mondo. Dopo aver assistito ai frenetici e colorati giorni di feste nella città principale dello Xizang, un aereo della può portarvi in meno di un’ora di volo nella zona di Nyingchi, il trono del sole, conosciuta anche come Linzhi: qui lo spettacolo della natura è potente e meraviglioso.  Considerata la più bella primavera di Cina, il paesaggio cui ci si ritrova è offerto dalle montagne colorate dai fiori di pesco in quella che viene  un panorama meraviglioso allo sguardo. La prefettura di Nyingchi è considerata il nuovo centro di sviluppo del turismo in Xizang. Quando si viaggia verso il Tibet, la mente ci rimanda a Lhasa e al Potala, ma non dobbiamo dimenticare che in una delle Regioni più grandi della Repubblica Popolare, luoghi d’interesse turistico sono molteplici e tutti straordinariamente interessanti, ognuna diversa dalle altre. A primavera inoltrata il cielo è generalmente sereno, l’aria limpida e il clima asciutto, le temperature medie cominciano a salire di qualche grado.

Dopo aver visitato la prefettura di Linzhi, possiamo tornare a Lhasa, per godere della festa che ricorda la nascita del Buddha Sakyamuni, ricorrenza che cade il settimo giorno del quarto mese lunare. Secondo la loro tradizione, sul punto di morte, Sakyamuni avrebbe incaricato uno dei suoi seguaci di non onorarlo solo con fiori, incenso e luci dopo la sua morte, ma sforzandosi di seguire i suoi insegnamenti di vivere una vita nobile e di essere gentili e compassionevoli. Egli ha esortato la gente a non piangere sulla sua morte, ma a ricordare che tutti gli oggetti composti come il corpo umano devono, infine, disintegrarsi. In vari paesi buddhisti, si festeggia la festa in modi e in giorni diversi come nel monastero di Ganden, Reting e Samye. Famoso è l’evento che si tiene al monastero di Tsurphu, 70 chilometri da Lhasa, sede tradizionale del Karmapa, capo del lignaggio Karma Kagyu del Buddhismo tibetano, dove tra il nono e l’undicesimo giorno del quarto mese lunare i monaci si esibiscono nelle danze Cham e un grande stendardo, thangka, viene srotolato e mostrato.

In questi giorni, un gran numero di pellegrini giunge fino ai piedi del Potala per rendere omaggio per Saga Dawa, il quindicesimo giorno del quarto mese lunare (maggio-giugno), giorno di luna piena, in cui nella capitale della Regione Autonoma si festeggia la nascita, l’illuminazione e il nirvana di Sakyamuni riempiendosi di fedeli che animano il Jokhang e camminano lungo il circuito del Lingkhor rivolgendo devote preghiere al Buddha. Altri, invece, prendono la via del Monte Kailash, vetta sacra, dove il vecchio pennone della preghiera, alto palo a cui sono appese migliaia di bandiere di preghiera multicolori, è deposto e quello nuovo è presentato. Ogni bandiera rappresenta una preghiera che qualcuno vuole soddisfatta. Le bandiere sono lasciate volare in aria mentre una tradizione vuole che, se il palo non è posizionato bene in verticale, significa che il Tibet è in difficoltà.