L’ARTE DEI “THANGKA”, LA QUINTESSENZA ARTISTICA ALL’INTERNO DEI CONFINI TIBETANI, Mirabile Tibet

L’ARTE DEI “THANGKA”, LA QUINTESSENZA ARTISTICA ALL’INTERNO DEI CONFINI TIBETANI

  • by Alberto M
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  • 08 Giu 2019
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Norbu Sidar, un maestro di pittura thangka, passò i suoi giorni da adolescente recitando numerosi “sutra” dalle scritture buddhiste, e fece in modo che i suoi nipoti Konchoge e Tsering facessero lo stesso.

Essendo nati in una famiglia di pittori di thangka a Xigaze, hanno seguito i passi dei loro antenati per portare avanti il mestiere. “Thangka” è una pittura buddista tibetana su cotone o seta con pigmenti minerali e organici derivati da corallo, agata, zaffiro, perla, oro e altri materiali preziosi e resistenti, in modo che il colore rimanga vivido e solido per secoli. I primi dipinti thangka risalgono al 10° secolo e rappresentano tipicamente divinità buddiste.

Norbu Sidar è un famoso maestro della scuola “Mensar” nella Regione Autonoma del Tibet. Mensar è una delle quattro maggiori scuole di thangka, essa pone l’accento sull’elaborazione delle immagini buddiste, del paesaggio, degli animali e degli indumenti.

Egli è anche a capo della Thangka Academy del Tibet, nel centro di Lhasa, dove offre lezioni gratuite a candidati interessati, in particolare a poveri ma talentuosi apprendisti della sua città natale, Xigaze. Anche Konchoge, un vice di suo zio, è un pittore di successo. Si siede spesso per ore davanti al telaio di pittura per esercitarsi e vuole diventare un maestro tra i più acclamati.

“Per disegnare un thangka, è necessario esercitare il potere degli occhi, delle mani e del cuore, con la massima purezza nel cuore e la costante attenzione ai dettagli”, ha detto Konchoge.

1. L’importanza delle radici familiari 

Norbu Sidar e Konchoge sono la quarta e quinta generazione di pittori della famiglia Thutop, che circa 100 anni fa si trasferì dal villaggio di Tashigang della contea di Lhaze a Xigaze. Thutop imparò le basi della pittura quando lavorava per una famiglia di Lhasa.

Dopo alcuni anni, Thutop ha stabilito il suo stile e ha iniziato a tramandare il mestiere. Suo figlio Dawa Dondrup, il pittore di seconda generazione della famiglia, era un maestro di talento ed è stato invitato a riparare dipinti antichi nella sala principale del Monastero di Sagya. Dawa Dondrup, il nonno di Sidar, ha ispirato e addestrato il ragazzo. “Quando ero giovane, mio nonno dipingeva la maggior parte del tempo”, ricorda Norbu Sidar.

All’età di 12 anni, Norbu Sidar già conosceva a memoria moltissimi sutra. “Pensavo che fosse molto noioso recitare i libri, ma gli anziani della mia famiglia continuavano a controllare le mie recitazioni, e mi avrebbero sgridato severamente se la mia lena fosse venuta meno”, ha detto.

Norbu usa rami bruciati del salice come matite per disegnare su una tavola di pigmento bianco prima di continuare a praticare la colorazione e completare le linee per il thangka. Ha studiato con suo nonno per oltre sei anni. I dipinti  thangka sono molto geometrici e lasciano poco spazio per essere creativi, quindi la pratica è l’unico modo per renderli perfetti, spiega Norbu Sidar.

2. I tanti anni di esercizio 

Negli anni ‘80, Norbu Sidar ha partecipato al progetto di riparazione e ristrutturazione del Monastero di Tashilhunpo a Xigaze, dove ha perfezionato le sue tecniche di disegno con pittori esperti. Dice che la parte più difficile sono gli occhi. “Anche la linea più sottile è importante: ogni tratto di penna indica il livello di padronanza del thangka, che varia da un pittore all’altro”.

Norbu Sidar in seguito intervenne sui murales nel Monastero di Sera e nel Monastero di Drepung in Tibet e divenne un abile conservatore e restauratore. Dal 2005 al 2015, ha lavorato in modo indipendente nel Palazzo del Potala per riparare dipinti del XVIII secolo, un lavoro che solo i migliori conservatori sono in grado di gestire. “Alcune linee sono scomparse e le immagini erano difficilmente decifrabili: dovevo leggere libri, capire cosa mancava, disegnare sul mio album da disegno prima di posare la penna sul muro o sulla stoffa”, ha detto.

3. Arte e vita del Maestro Norbu Sidar

Un edificio a due piani si trova sulla strada Pargor nel centro di Lhasa, dove Norbu Sidar, Konchoge e i loro studenti si ritirano per affinare le loro abilità.

Circa 40 studenti sono divisi in livelli: principiante, intermedio e alto presso l’Accademia, e prendono le lezioni gratuitamente. Alcuni escono per trovare un lavoro dopo aver appreso le basi del dipinto, ma gli studenti come Tenzin hanno intenzione di diventare maestri. Tenzin, uno studente di 24 anni di una famiglia povera di Lhasa, ha trascorso sette anni a studiare con Norbu Sidar. L’accademia, sostenuta da fondi governativi, gli concede 2.000 yuan (circa 298 dollari) al mese come indennità. Il ragazzo è così sobrio e frugale che tiene per sé appena 400 yuan e manda il resto ai suoi genitori.

“Voglio usare la mia penna per cambiare la mia vita e quella della mia famiglia, ma prima che possa farlo, devo essere veramente bravo con le competenze”, ha detto. Norbu Sidar, che parla dolcemente, è intransigente quando si tratta di allenamento.

“Un singolo thangka può avere centinaia di immagini di divinità, quindi le linee sono cruciali: la pratica minima ogni giorno è dalle sette alle otto ore, per due anni. Ci vuole così tanto sforzo per essere in grado di lavorare bene le linee”.

Nel 2006, la pittura thangka è stata elencata come patrimonio culturale nazionale, uno status che da allora ha dato un forte impulso all’arte. Oltre 10.000 persone lavorano nel settore dei thangka in Tibet.

I fondi governativi per la protezione del patrimonio culturale e le entrate delle vendite dei dipinti contribuiscono a coprire i costi operativi dell’Accademia. Ogni anno l’Accademia ospita un seminario per svolgere scambi di studenti, eventi di ricerca e formazione. Nel corso degli anni oltre 300 artigiani si sono diplomati all’Accademia.

4. Tra eredità ed innovazione 

Sebbene molti negozi a Lhasa vendano a poco prezzo semplici thangka a turisti e compratori poco attenti per un rapido guadagno, Norbu Sidar e Konchoge insistono sul modo lento e tradizionale, usando spazzole sapientemente fatte da peli di cavallo, capra e gatto. “Il valore di un thangka sta nella storia e nell’arte che contiene, non puoi mai essere frettoloso”, ha detto Konchoge, che ha iniziato a studiare l’arte all’età di sette anni.

Ha viaggiato in lungo e in largo per la Cina per tenere conferenze sull’arte dei thangka. “Voglio essere un messaggero dell’arte thangka: è probabilmente una buona idea trasmettere il fascino e la storia secolare di quest’arte non solo per via diretta ma anche con le moderne tecnologie informatiche e telematiche”, ha affermato.

“Thangka, come una delle perle della cultura tibetana, deve essere tramandata e rivissuta in tempi moderni; spero che i miei studenti erediteranno la cultura e trasmetteranno lo spirito persistente che l’arte incarna”, ha affermato Norbu Sidar.