TRADIZIONE E HIGH TECH PER I MANOSCRITTI TIBETANI DEL POTALA

In un piccolo ma vivace studio nel maestoso Palazzo del Potala a Lhasa, dal 1994 patrimonio UNESCO, tre restauratori in camice bianco sono assorti nei rispettivi compiti: uno traccia dell’inchiostro su una stampa; un altro confronta vari materiali con quello che ha in mano e il terzo porta avanti un complesso esperimento, affiancato da una serie di bottiglie e barattoli. Torniamo a parlare della sfida del restauro degli antichi manoscritti su foglie di palma (pattra), cioè di alcuni dei reperti culturali più preziosi al mondo. Originari come metodo dall’India e che hanno svolto un ruolo fondamentale nella diffusione del Buddhismo...

ESPOSTO UN THANGKA TIBETANO DA 200 METRI

Creato in 9 anni da una squadra di oltre 30 artisti, l’opera esposta al Museo del Tibet raffigura i momenti-chiave della Storia locale durante la dinastia Tang – dall’unificazione dei territori dell’Altopiano sotto il re Songtsen Gampo e il suo matrimonio con la Principessa Wencheng al Trattato di Chongqing tra gli imperi cinese e tibetano. Un periodo considerato come una vera Età d’Oro dal punto di vista economico e culturale, e fin da questo primo matrimonio inizialmente “politico” ma che diventerà presto una benedizione per tutto il Tibet. Infatti, oltre alla statua del Buddha Shakyamuni poi consacrata nel Tempio di...

PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE PER LHASA

La Capitale spirituale del Tibet inserita tra le Città “umide” di eccellenza ambientale nel mondo Grande emozione a Victoria Falls (Zimbabwe), in chiusura della Conferenza COP15, per l’annuncio di questo importantissimo riconoscimento nato con la Convenzione di Ramsar del 1971 e che vede circa il 90% dei Paesi ONU insieme nella conservazione delle cosiddette “zone umide” del pianeta – vitali sia per gli esseri umani, sia per l’ambiente e la biodiversità. L’inclusione di Lhasa tra le Città di eccellenza premia gli sforzi fatti soprattutto nella Lhalu Wetland, spesso chiamata “i polmoni di Lhasa”. Una Riserva naturale di circa 6,25 chilometri...

IL MONACHESIMO NEL BUDDHISMO TIBETANO

Nel Tibet, il monachesimo nasce insieme al Buddhismo stesso. Cioè nel VI-V secolo a.C. quando, dopo l’illuminazione sotto l’albero di fico, il Buddha storico – Shakyamuni – fonda la prima comunità di discepoli: il Sangha. I primi monaci vivono di elemosina, dormono nelle foreste o nelle grotte e si distinguono per la vita semplice e senza possedimenti, condotta sotto le regole impartite dal Buddha. E anche il loro abbigliamento è essenziale: tre vesti cucite con pezze scartate, tinte di giallo o marrone. Sotto il regno di Songtsen Gampo, il Buddhismo comincia a diffondersi in Tibet. Ma è con l’imperatore Trisong...

IL TIBET DI OGGI, DI IERI E DI DOMANI

Dall’Altopiano continuano ad arrivare delle bellissime cifre e – che si tratti di anni, chilometri o watt – tutte con una cosa in comune: il pensiero sia alle cose da preservare, sia a quelle da cambiare e migliorare. Con la determinazione di investire in entrambe. Circa 37 anni di vita in più, dai 35 attesi nel passato agli almeno 72 di oggi. Anni di scuola in più, dagli 0 di prima ai 9 ormai obbligatori di adesso e per il 98% dei ragazzi invece del precedente 2%. Strade e autostrade in più, per quasi 125mila chilometri, a togliere dall’isolamento villaggi...

LA NECROPOLI DI XIXIA DIVENTA PATRIMONIO UNESCO

Il complesso funerario di questo importantissimo centro di potere militare, culturale e commerciale lungo la Via della Seta dall’XI al XIII secolo è il più grande e intatto sito archeologico della dinastia omonima, fondata dal popolo Tangut nel 1038 su un’area di oltre 1 milione di chilometri quadri tra l’altopiano mongolo e quello del Qinghai-Tibet. Un sito che copre più di 5 ettari e, soprattutto, secoli di Storia – visibili, oltre che nell’architettura dei 9 mausolei imperiali e rispettive 271 tombe nobiliari (conosciute come “le piramidi orientali), nei simbolismi stratificati dei 7.100 artefatti rinvenuti finora. La particolarità della necropoli ai...

GLI ABITI DELLA SPIRITUALITÀ TIBETANA

Il monaco, lo yogi e l’eremita Quando pensiamo al Tibet, è facile immaginare un monaco in abito rosso scuro – ma quello è solo uno dei volti della spiritualità tibetana. Ce ne sono altri due, meno conosciuti ma altrettanto profondi: quello degli yogi tantrici, chiamati Ngakpa, e quello dei Togden. E l’abbigliamento assume un valore simbolico, in segno dei voti fatti e dell’impegno spirituale preso. I monaci sono coloro che, in spirito di rinuncia e seguendo lo stile più antico del Buddhismo, hanno preso l’ordinazione – il che implica il divieto di commettere una serie precisa di azioni e obbliga...

ALLA SCOPERTA DEL BILIARDO TIBETANO

Apparso in un piccolo e antico regno dell’Asia meridionale a sud dell’Himalaya e introdotto 150 anni fa anche sull’Altopiano tibetano, il gioco del biliardo ha visto qui un’evoluzione propria – dando origine a una versione dalle caratteristiche uniche: il Gyiren, simile al biliardo inglese (snooker) ma senza l’uso della stecca. Nel quale sono le dita a spingere una palla “battente” per colpire le altre 18 (9 bianche e 9 nere più una rossa, “do-marpo”, che può essere colpita solo dopo che almeno una delle altre è stata segnata) e farle entrare nei quattro fori con altrettante tasche di un tavolo...

COSA VEDERE NEL TIBET: LA LISTA SI ALLUNGA

Tra le Grotte di Piyang, il sito paleolitico di Piluo e quello neolitico del lago Mabu Tsho, aumentano le destinazioni archeologiche dell’Altopiano Nascoste tra le colline in arenaria nel più remoto Ovest del Tibet, le caverne a forma di nido d’ape (più conosciute come “le Grotte di Piyang”) custodiscono una delle maggiori collezioni di murales buddhisti. Con colori ancora vividi grazie ai pigmenti minerali naturali e che – assieme a quelle nelle vicine e coeve Grotte di Donggar, risalenti a 1000 anni fa – stanno fornendo agli storici l’anello finora mancante nel racconto della dinastia Guge e della diffusione del...

INONDAZIONE IMPROVVISA TRA IL TIBET E IL NEPAL

Centinaia di sfollati e dozzine di dispersi, la macchina dei soccorsi lavora a pieno ritmo A una settimana dall’evento che ha colpito la zona di frontiera, facendo peraltro crollare il ‘Ponte dell’amicizia’ davanti alla Porta di Gyirong e distruggendo le dighe idroelettriche e le centrali a valle, ecco cosa sappiamo. Il giorno dopo, il Tibet contava 11 dispersi (dei quali 9 operai edili e 2 addetti alla manutenzione stradale) e 350 sfollati, subito trasferiti negli alberghi locali; il Nepal, 9 vittime (delle quali solo 5 identificabili) e 19 dispersi – inclusi 6 operai cinesi e 3 membri delle Forze dell’Ordine...