RELIGIONE E SIMOBILISMO: QUALE IL SIGNIFICATO DEI COLORI DEL FIORE DI LOTO?, Mirabile Tibet

RELIGIONE E SIMOBILISMO: QUALE IL SIGNIFICATO DEI COLORI DEL FIORE DI LOTO?

  • by Redazione
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  • 09 Ago 2022
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Il Fiore di Loto è uno dei simboli per eccellenza della religione Buddhista. Questa pianta è stata ne tempo rappresentata non solo dall’arte del buddhismo lamaista, ma viaggiando dal Giappone alla Corea, dalla Cina alla Thailandia è possibile quasi sempre trovare un dipinto, arazzo o anche scultura di un Buddha assiso su di u loto. Oggi vi parleremo di un aspetto non sempre analizzato quando parliamo della relazione fiore di loto e buddhismo: i colori del loto. 

Abbiamo sentito molte volte parlare dei colori del fiore di loto in questa religione ed in particolare del famigerato Loto Blu. Ancora oggi uno dei più importanti studi riguardo al simbolismo del loto nel buddhismo fa capo a Rudy Harderwijk, Olande classe 1955, nonché uno dei più famosi studiosi a livello mondiale del Buddhismo e delle sue espressioni artistiche. E’ stato allievo del Dalai Lama, del venerabile Kirti Tsenshab Rinpoche, abate del monastero Kirti a Dharamsala, e del Lama Thubten Zopa Rinpoche.

Come argomenta Harderwijk il loto “si riferisce alla completa purificazione del corpo, della parola e della mente. Il loto si riferisce a molti aspetti del sentiero, in quanto cresce dal fango (samsara), attraverso l’acqua fangosa appare pulito sulla superficie (di depurazione), e produce, infine, un bel fiore (illuminazione). Il fiore bianco rappresenta la purezza, la radice sta per la pratica degli insegnamenti Buddhisti che sollevano la mente al di sopra del fango dell’esistenza terrena, e da luogo alla purezza d’animo”.

Il loto ha quindi in fieri il significato di “illuminazione”. Un fiore aperto significa il pieno raggiungimento della quiddità, al contrario, un fiore chiuso indica il potenziale del fedele nel raggiungere il nirvana.

Ed è facile immaginare il perché. Le radici di un loto affondano nel fango, mentre lo stelo cresce attraverso l’acqua, e il fiore profumato si trova invece in superficie. Questo modello di crescita ha rappresentato nei secoli una metafora del cammino progressivo dell’anima, da uno stato di “fango primordiale” incarnato dal materialismo ed attraverso le “acque” dell’esperienza e della vita, arriva al “sole” dell’ illuminazione. Anche se ci sono altre piante acquatiche che fioriscono sopra l’acqua, e’ solo il loto che, a causa della forza del suo stelo, aumenta regolarmente da otto a dodici centimetri sopra la superficie.

Cosi’ dice il Lalitavistara: ‘Lo spirito del migliore degli uomini e’ senza macchia, come il loto che in acqua fangosa non aderisce ad essa.’ Ma quale il nesso loto-Tibet? Harderwijk sottolinea giustamente che Il loto non cresce in Tibet cosi’ l’arte tibetana ne riproduce solo versioni stilizzate. Tuttavia e’ uno dei motivi più utilizzati nel Buddhismo lamaista – così come ogni altra scuola – dal momento che ogni divinità è associata in qualche modo con il loto, o raffigurata seduta su questo fiore o tenendone uno tra le mani.

I colori del loto

   
1). Loto Bianco (
Pundarika in Sanscrito, Tib. Pad MA dkar PO): rappresenta lo stato di perfezione spirituale e della totale purezza mentale (bodhi). E’ associato a Tara Bianca (immagine a sinistra) e proclama la sua natura perfetta, una qualita’ che e’ rafforzata dal colore del suo corpo.

     2). Loto Rosso (kamala in Sanscrito; Tib: pad ma Chu skyes): simboleggia la natura originaria e la purezza del cuore (hrdya). E’ il loto dell’amore, compassione, passione e tutte le altre qualita’ del cuore. E’ il fiore di Avalokiteshvara, il Bodhisattva della compassione.

     3). Loto Blu (utpala in Sanscrito, Tib. Ut pa la): e’ un simbolo della vittoria dello spirito sopra i sensi, e significa la sapienza della conoscenza. E’ il fiore preferito di Manjusri, il bodhisattva della saggezza.

     4). Loto Rosa (Padma in Sanscrito; Tib. Pad MA dmar PO): Questo e’ il Loto supremo, generalmente riservato per la divinita’ piu’ alta. Cosi’, naturalmente, e’ associato con il Grande Buddha stesso.