IL PROGRESSO TIBETANO: LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA SCALATA VERSO LA NORMALITA’, Mirabile Tibet

IL PROGRESSO TIBETANO: LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA SCALATA VERSO LA NORMALITA’

Lo Xizang è stato parte integrante della Cina sin dai tempi antichi ma prima del 1950 era una società di servitù feudale. Dopo una serie di importanti tappe storiche, dalla sua liberazione pacifica alle riforme democratiche per la costituzione della regione autonoma e l’apertura al mondo esterno, il Tibet è stato mantenuto, anche se a volte con difficoltà a causa delle vicissitudine interne della Cina, nella stessa corsia di sviluppo del resto del Paese.

I punti principali della strategia economica sono stati fondamentalmente quattro: 1) la stipulazione di accordi paritari e di mutuo vantaggio con i Paesi limitro sulla base dei “cinque principi della coesistenza paci ca”, che hanno posto ne allo stato semi-coloniale del Tibet; 2) la costruzione delle strade Kang-Tibet e Qinghai-Tibet e dell’aeroporto Dangxiong, che hanno implementato i trasporti e rafforzato i collegamenti tra Lhasa e Pechino; 3) la costruzione di fabbriche e fattorie sintetiche dotate di moderni impianti industriali, banche, società commerciali, uf ci postali … per favorire lo sviluppo industriale e commerciale del Tibet; 4) l’introduzione di avanzate tecnologie di coltivazione tramite il dissodamento dei terreni deserti e la costruzione di fattorie, la concessione di crediti a fondo perduto per l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato che ne hanno consentito il decollo economico.

 

Pietre miliari dello sviluppo del Tibet e il suo progresso 

La fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 ha aperto nuove prospettive per lo sviluppo e il progresso della nazione ad un livello senza precedenti.

Nel 1951 il Governo centrale di Pechino e quello tibetano locale hanno firmato l’accordo sulle misure per la liberazione paci ca del Tibet, come simbolo dell’integrazione nel resto della Cina.

Il 1959 ha però segnato una svolta nella sua storia, i tibetani hanno esercitato attivamente il diritto di voto e di eleggibilità conferitogli dalla Costituzione, hanno partecipato a tutti i livelli all’elezione dei deputati del Congresso Nazionale del Popolo (NPC) e successivamente (1965) alla gestione degli affari locali della Regione Autonoma del Tibet.

In quell’anno il ceto dirigente superiore e reazionario del Tibet non è riuscito, nonostante una ribellione armata, a perpetuare il proprio status favorevole di servitù feudale e il Governo centrale ha annunciato pubblicamente il licenziamento del Governo locale tibetano. Nel frattempo persone appartenenti a tutti i gruppi etnici presenti in Tibet hanno lanciato un’ampia riforma democratica per rovesciare il sistema di servitù feudale in vigore sotto la teocrazia lamaista da centinaia di anni, inaugurando una riforma sociale che è stata considerato la più estesa, profonda e progressiva della storia tibetana. Le terre e i beni dei proprietari latitanti o detenuti vennero ridistribuiti ai contadini e ai pastori, i possidenti che non erano stati coinvolti nella ribellione poterono mantenere la proprietà di un lotto di terreno e di altri mezzi di produzione.

Nel 1965 è stata fondata la Regione Autonoma del Tibet e sono stati istituiti sistemi di Congresso del popolo insieme all’autonomia regionale etnica; il Congresso della Regione Autonoma ha emanato 220 regolamenti locali o separati, relativi agli aspetti economici, culturali, educativi, ambientali … incluse alcune Risoluzioni per la lotta alle attività separatiste.

Con l’istituzione del nuovo sistema politico e la diffusione di idee sulla politica di autogestione, gli ex servi e schiavi (cioè il 95% della popolazione), nonché gli aristocratici feudali sono divenuti tutti cittadini moderni che godono di pari diritti, possono esercitare in maniera autonoma i diritti politici di partecipazione sia nella gestione degli affari di Stato sia in quella degli affari dei gruppi etnici locali, cercando inoltre di non intaccare tutto quell’universo di feste e tradizioni tipiche dell’anno tibetano.

Alla fine del 1978, il Tibet ha avviato la riforma e l’apertura verso la modernizzazione insieme al resto del Paese, inaugurando una nuova fase di sviluppo economico e sociale. Il Governo centrale ha cercato di accelerare il suo sviluppo e avanzare nella prima la delle “quattro modernizzazioni”, consentendo alle famiglie di “utilizzare e gestire a lungo termine e in modo indipendente la terra, la proprietà, l’allevamento e la gestione del bestiame da parte dei singoli nuclei familiari”.

I successi fino adesso raggiunti, hanno dimostrato come a partire dagli anni 80 la Regione ha mantenuto vivo il ritmo dello sviluppo economico, ridotto in modo significativo il divario tra il reddito pro capite degli agricoltori e dei pastori rispetto alla media nazionale, aumentato significativamente la capacità del Tibet di fornire servizi pubblici, migliorare ulteriormente l’ecosistema, sviluppare ulteriormente le infrastrutture del Tibet, raggiungere l’unità e l’armonia tra tutti i gruppi etnici, mantenere la stabilità sociale e garantire un più solido fondamento per la costruzione di una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti.

 

Dal 1994-1995, anno in cui sono state stabilite le basi fondamentali per un’economia di mercato socialista, il Tibet ha addirittura realizzato una crescita a due cifre per 19 anni consecutivi, con un tasso di crescita annuo del 12,7% in media. Il reddito pro capite netto degli agricoltori e dei pastori in Tibet ha mantenuto una crescita a due cifre per 10 anni consecutivi, raggiungendo 5.719 yuan nel 2012.

 

Secondo Vita Survey, trasmissione nazionale condotta congiuntamente dal National Bureau of Statistics, Post Group Cina e China Central Television (CCTV), Lhasa si trova in cima agli “indici di felicità” da cinque anni consecutivi.