VIAGGIO NEI CONFINI TIBETANI? BOOM DI TURISTI NEL 2018, Mirabile Tibet

VIAGGIO NEI CONFINI TIBETANI? BOOM DI TURISTI NEL 2018

L’aeroporto di Gonggar a Lhasa, la capitale del Tibet, ha accolto nel 2018 la cifra record di oltre 4 milioni di turisti. Un numero che ha sorpreso anche le autorità locali. Secondo l’ufficio del Tibet dell’amministrazione dell’aviazione civile, il volume di passeggeri all’aeroporto di Gonggar, il più grande aeroporto della regione, ha superato i 2 milioni nel 2013 e 3 milioni nel 2016.

Il Tibet ha visto un rapido sviluppo del settore dell’aviazione civile grazie all’applicazione di nuove tecnologie e al miglioramento delle modalità di business, anche in seguito alle politiche di riforma qui attuate per agevolare nuove forme di economia.  Si stima che l’aeroporto vedrà un totale di circa 4.3 milioni di passeggeri entro la fine dell’anno.

Negli ultimi anni l’aviazione civile in Tibet si è sviluppata con grande rapidità permettendo alla popolazione locale di viaggiare in maniera migliore, più pratica, più veloce e soprattutto con maggiore frequenza.

Nel maggio di quest’anno le aviolinee tibetane e quelle di Chengdu hanno aperto una tratta che collega la capitale tibetana con Wuhan. Fino ad adesso 86 compagnie aeree cinesi ed estere collegano il Tibet con 47 destinazioni differenti; una rete di traffico che ha la capitale Lhasa come fulcro ma che si estende anche ad altri centri tibetani.

Nel 1986 non vi erano linee ferroviarie; Sinam Tenzin Quphel ricorda che ci vollero 7 giorni di viaggio su strada per andare da Lhasa a Chongqing e altri 7 per raggiungere Hubei. 32 anni fa infatti egli lasciò il Tibet per la prima volta recandosi nella Cina centrale per gli studi universitari.

Egli ricorda come gli sbalzi in altitudine e lo shock di incontrare un’atmosfera più densa di quella in cui lui e i suoi compagni di viaggio erano nati e vissuti diede loro molti problemi, come per esempio malessere e vomito. Adesso il viaggio da Lhasa a Hubei Sinam lo compie in poche ore grazie alla linea aerea diretta fra le due località.

L’aeroporto di Lhasa Damxung è il primo e il più grande aeroporto del Tibet; all’inizio dei lavori di realizzazione penurie di materiali vari e le condizioni durissime del lavoro ne rallentarono e a volte ne fermarono la costruzione.

Gli operai dovevano mettersi in spalla mattoni e sacchi di cemento e ci vollero sei mesi per livellare il terreno per la creazione della prima pista sulla steppa di Damxung, a un altitudine di 4230 metri sul livello del mare.

Il primo aereo della Repubblica Popolare cinese ad atterrare in Tibet fu nel 1956 un cargo dell’aviazione militare dell’Esercito di Liberazione del Popolo; col suo arrivo ebbe inizio la storia dell’aviazione cinese in Tibet. Nel 1965 la stazione aeronautica civile di Lhasa venne fondata col progetto di trasformarla nel terminale di un corridoio aereo Pechino – Chengdu – Lhasa.

Decheng Yangzom è la prima hostess tibetana; ad appena 3 anni si trasferì a Pechino con la famiglia; nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza molte volte ha volato tra la capitale cinese e il capoluogo il tibetano. Con una punta di nostalgia ricorda il rustico aeroporto che esisteva nel 1970 ma adesso che deve lavorarci non manca di far notare come la nuova struttura sia estremamente più sicura, comoda e pratica.

All’inizio dell’epoca delle Riforme e dell’Apertura l’aviazione civile in Tibet riusciva a spostare un massimo di 60.000 passeggeri all’anno; nel 2006 questo ha superato per la prima volta il milione e nel 2017 sono stati registrati 4 milioni e mezzo di passeggeri, un incremento di 75 volte rispetto alla fine degli anni ’70.