TIBET TROPICALE! MA IL RISCALDAMENTO CLIMATICO NON C’ENTRA NULLA, Mirabile Tibet

TIBET TROPICALE! MA IL RISCALDAMENTO CLIMATICO NON C’ENTRA NULLA

  • by Redazione
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  • 26 Mar 2021
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Palme, felci e variopinte orchidee. Il tutto circondato da verdissime e lussureggianti foreste. Ed il clima? Estremamente mite, quasi caldo. Potremmo pensare di trovarci in chissà quale paradiso tropicale, ed invece ci troviamo nella parte più meridionale del Tibet. Si, esattamente sul Tetto del Mondo famoso per le sue nevi perenni ed alte montagne. Come è quindi possibile trovare una foresta tropicale a queste altitudini? Se pensassimo che questo sia frutto dei devastanti effetti del riscaldamento climatico, ci troveremo totalmente fuori strada.  A dire la verità, tutto l’arco che segue i confini meridionali della Cina (per la precisione Tibet, Yunnan, Guangxi, Hainan e Taiwan) è possibile trovare una vegetazione simile alle foreste tropicali di pianura del sud-est asiatico sia nei loro profili e caratteristiche fisionomiche, che composizione floristica e ricchezza di specie. 

Ma non è una sorpresa. Tutta questa area è generalmente riconosciuta come i “confini” dei tropici asiatici. Tuttavia, l’uso di criteri diversi da parte degli studiosi ha portato a molteplici definizioni delle aree tropicali di questa area di mondo, ma nonostante le incertezze e dialoghi accademici, è storicamente provato che foreste ricche di flora e fauna riconducibili come biodiversità a quelle malaysiane o thailandese sono da sempre esistite lungo gran parte del confine meridionale della Cina. Queste foreste sono simili per ecologia e floristica alle foreste del sud-est asiatico, e si trovano nelle pianure intorno a quota 1000-1200 m di altitudine. A tutti gli effetti, questa verde macchia boschiva, è da considerarsi come una naturale estensione delle foreste dell’Asia sud-orientale ai suoi limiti latitudinali e altitudinali. 

 

UN PARADISO TROPICALE SUL TETTO DEL MONDO

 

Mai come è stato possibile il formarsi di una tale vegetazione sul Tetto del Mondo? Le spiegazioni sono molteplici. In primo luogo la particolare posizione geografica. Un esempio è data dalla contea autonoma di Xishuangbanna, nello Yunnan meridionale, al confine con lo Xizang. Banche ci troviamo agli inizi della catena himalayana ad una altezza che ascende dai 1200m ai 2500m di quota, qui il clima è decisamente monsonico, con una temperatura media annua compresa tra 15,1 ° C e 21,7 ° C e precipitazioni decisamente abbondanti rispetto alle zone più interne. Nonostante esista una stagione secca, le piogge comprese tra maggio e ottobre rappresentano oltre l’80% delle precipitazioni annuali totali. E qui entra in gioco la conformità geografica ed i venti che fanno si che si crei un vortice di acqua e aria da creare banchi di nebbia costanti che, secondo gli studiosi, rappresenta oltre un terzo dell’immissione totale di acqua durante la stagione secca. I botanici ritengono infatti che proprio questa nebbia, assai simile nella consistenza in quella delle aree pluviali, insieme ad un clima relativamente mite, è il principale fattore che ha spinto così a nord il limite settentrionale delle foreste tropicali del Sud-Est asiatico. 

Ed ora anche il turismo si è accorto di questa macchia vegetativa. Se nello Yunnan escursioni esplorative nel profondo sud sono oramai un must, il Tibet si sta affacciando da poco all’offerta di pacchetti di viaggio appositi per scoprire un Tibet inedito e tropicale. Passare dall’arida ed austera Lhasa agli alti e lussureggianti alberi di gomma? Anche questo è il Tibet!