DALL’HIMALAYA A NEW YORK. FACCIA A FACCIA CON IL PITTORE RABKAR WANGCHUK, Mirabile Tibet

DALL’HIMALAYA A NEW YORK. FACCIA A FACCIA CON IL PITTORE RABKAR WANGCHUK

  • by Redazione
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  • 21 Giu 2022
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Rabkar Wangchuk conquista New York con la sua mostra Mystery of Life. Questo artista, dalla vita decisamente singolare, è un mistero anche in patria, ma anche uno dei più alti rappresentanti dell’arte tibetana moderna che passa la vita tra il Tetto del Mondo e le gallerie d’arte di mezzo mondo. Ma andiamo con ordine.

La particolarità di Rabkar Wangchuk è quello di essere stato per oltre venti anni un monaco buddhista. Una vita che ha poi deciso di abbandonare. Eppure il suo percorso religioso è ancora fortemente presente nella sua arte, sia per quanto riguarda le tecniche che i soggetti. Formatosi nella tradizionale pittura thangka tibetana, nella scultura del burro, nell’intaglio del legno e nel mandala di sabbia, il suo lavoro odierno spazia da dipinti acrilici pop-art che fondono tecniche tradizionali con figure moderne, pigmenti minerali su seta e installazioni 3D. Un vero unicum tra sacro e profano, antico e moderno che hanno fatto di Rabkar Wangchuk un artista apprezzato in tutto il mondo.

LA MOSTRA MISTERY OF LIFE: RELIGIONE E L’AMORE DI UNA MADRE

In realtà la mostra Mystery of Life, in scena a New York add inizio giugno, è un percorso a ritroso dell’artista che mostra il viaggio di Rabkar Wangchuk da giovane monaco fino ad artista laico attraverso 36 opere d’arte e sculture aggiuntive.

L’idea è nata prima della pandemia di COVID-19, ma la mostra di Wangchuk, immediatamente dopo i fatti anni ben noti, ha virato più su una introspezione personale. Ad inizio pandemia l’artista ha infatti perso la madre ed è stato in quel momento che Wangchuk è morta ha capito di voler dedicare la sua mostra alla sua memoria. “In questa situazione di pandemia, molte persone hanno perso una persona  a loro amata, non solo me”, ha affermato Wangchuk. “Siamo di fronte a una situazione molto difficile, anche oggi, ma l’arte aiuta a calmare lo spirito… Ho messo tutto sulla tela per presentare i miei ricordi.”

Oltre a raccontare la sua storia di vita, le opere presenti in Mystery of Life riflettono “l’amore eterno di una madre per suo figlio nonostante la lontananza”. In ogni pezzo, Wangchuk “ha utilizzato il pennello e la tela per trasformare il suo dolore in colori ed espressione artistica”, un atto di meditazione sul “momento fugace che si svolge nell’ignoto”.

UNA MOSTRA DEDICATA ANCHE AI SANITARI. SEMPRE PRESENTI I BAMBINI

Alcune delle opere esposte sono anche una dedica eringraziamento verso il personale sanitario che si è trovato in prima linea durante i primi mesi del COVID-19. Tra questi possiamo citare “Heroes (bambino con maschera)”, un bambino che si affaccia su un mondo in subbuglio, ma con il sorriso e la consapevolezza di essere sempre protetto.

DALL’HIMALAYA A NEW YORK. FACCIA A FACCIA CON IL PITTORE RABKAR WANGCHUK, Mirabile Tibet

E sono i bambini ad essere gli assoluti protagonisti delle sue tele. Wangchuk iniziò la sua vita da monaco da bambino. All’età di sette anni entrò in monastero dove rimase per 20 anni prima di partire per iniziare la sua vita di artista e laico. Il carattere del “piccolo monaco” è visibile in tutto il suo lavoro, rappresentando “il carattere della mia vita”, dice. Questo piccolo monaco rappresenta anche il suo viaggio personale da monaco a laico e il difficile percorso dall’Himalaya a New York.

UNA VITA DI SOLITUDINE

“Sono diventato un monaco, poi mi sono convertito a laico”, dice Wangchuk. “La vita di un monaco è una vita di solitudine, ma un laico ha più una connessione e una comunicazione con il mondo. Sto cercando di mostrarlo nei miei dipinti”.

DALL’HIMALAYA A NEW YORK. FACCIA A FACCIA CON IL PITTORE RABKAR WANGCHUK, Mirabile Tibet

“Il motivo per cui ho lasciato la mia vita da monaco è che se avessi continuato come monaco, non sarei stato in grado di condividere e connettermi con più persone”, dice.

Nel suo dipinto The Land of Opportunity, Wangchuk è rappresentato come il giovane monaco, che indossa uno zaino e stringe un orsacchiotto mentre fissa il paesaggio di una metropoli moderna. “Il lato positivo di questo pezzo è che, nonostante tutte le sfide, nonostante le difficoltà che sono arrivate qui da solo, aveva il bagaglio – che vedi nel suo zaino – della sua cultura e del suo duro lavoro. Aveva tutte le cose che aveva imparato essendo un monaco. E non si è mai arreso”, dice l’artista.

TOPOLINO E DUMBO INCONTRANO BUDDHA

Personaggi familiari della cultura pop compaiono anche in tutto il lavoro di Wangchuk, da Topolino a Dumbo e Bugs Bunny. Queste figure fungono da ponte dalle sue tradizioni spirituali al mondo moderno, raccontando storie tradizionali attraverso personaggi familiari.

“Sto cercando di comunicare la spiritualità che esce dalla sua opera per renderla accessibile e, trasformare figure in immagini e icone pop comuni. In questo modo, il messaggio potrebbe andare oltre. Le persone saranno curiose si chiederanno, ‘Perché c’è Topolino?'”, dice l’artista.

DALL’HIMALAYA A NEW YORK. FACCIA A FACCIA CON IL PITTORE RABKAR WANGCHUK, Mirabile Tibet

Quando Wangchuk lasciò il monastero poco più che ventenne, il suo maestro gli diede un consiglio speciale. “Mi ha detto ‘Non importa che tipo di sfide affronti, stai sempre in piedi e muoviti spalla a spalla con le persone”, afferma Wangchuk. “L’arte è sempre con me”, è con questa forza in mente che ho affrontato una nuova vita.  fatto il suo viaggio a New York, diventando l’artista che Myste