IL MANUALE PRATICO DELLA NOBILE TARA KURUKULLA – TERZA PARTE –, Mirabile Tibet

IL MANUALE PRATICO DELLA NOBILE TARA KURUKULLA – TERZA PARTE –

  • by Redazione
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  • 05 Feb 2021
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Dopo aver introdotto nei due precedenti articoli il Manuale Pratico della Nobile Tara Karakulla, nel nostro terzo ed ultimo appuntamento sull’approfondimento di questo testo sacro, affronteremo gli ultimi due capitoli del Manuale. Dalle norme di condotta etica fino all’alchimia, queste due sezioni rappresentato forse il cuore del testo ed una delle parti più interessanti dell’intero Manuale.

 

CAPITOLO QUARTO

 

Il quarto capitolo del Manuale riprende il tema dell’iniziazione. Avviene la descrizione minuziosa del mandala di Kurukulla, che dovrà essere disegnato al momento dell’iniziazione ed in cui verrà lanciato un fiore con funzione divinatoria. In base a quale punto del mandala il fiore cadrà l’iniziando sarà portato a sviluppare attività spirituali diverse: l’attività della fascinazione, quella della rimozione dei veleni, quella dello sviluppo di insight e quella della consapevolezza onnisciente. 

Qui, a mostrare l’importanza del mandala, Avalokiteshvara afferma: “Il semplice vedere della polvere colorata porta velocemente alla realizzazione della buddhità, mentre uno progredisce attraverso gli stati della percezione del mandala”.

Successivamente avviene una descrizione dei samaya, ovvero dei voti solenni che il praticante tantrico deve prendere al momento dell’iniziazione. Il primo di tutti è quello della segretezza; a nessuno dovrà rivelare la natura dell’iniziazione e della sadhana di Kurukulla, se non a chi è già entrato nello stesso mandala. Se romperà questo voto, i Buddha ed i Bodhisattva gli consumeranno “il sangue ed il cuore”. 

Il secondo voto implica l’affidarsi alle sostanze di colore rosso, particolarmente amate da Kurukulla: indossare vestiti rossi, portare male di corallo, usare la polvere di vermiglione, lo zafferano, il sandalo rosso, etc. Si dovrà anche fare attenzione a non calpestare fiori rossi.

Seguono le norme di condotta etica: il praticante non dovrà uccidere, mentire, rubare e non dovrà associarsi alla moglie di altri. Dovrà rispettare tutte le donne e mai considerarle inferiori a lui, soprattutto quelle che si chiamano Tara. Neanche se si è laici si potrà prendere una donna chiamata Tara, che andrà onorata mentalmente ovunque la si vedrà. 

Inoltre, l’iniziato dovrà praticare la quadruplice generosità: del Dharma, delle cose materiali, dell’amore e della mancanza di paura. 

Al momento dell’iniziazione – dopo il lancio del fiore del mandala e la recitazione dei voti di samaya – avviene la consacrazione vera e propria, in cui, da dei vasi sacri, l’acqua benedetta dal potere di Kurukulla verrà versata sull’iniziando. I vasi sono quattro e rappresentano le quattro iniziazioni del Tantra: il vaso della freccia, dell’arco, dell’assenza di paura e del fiore utpala. 

Infine, il Maestro iniziatore proclamerà: 

“Proprio come il Leone dei Sakya ha ricevuto dai Buddha e dai loro discendenti, i detentori del vajra, l’iniziazione per il grande regno, così anche io inizio te. La vera essenza di tutti i buddha, questa hai trovato in questo mandala. Osservando queste polveri colorate i Buddha sono pienamente soddisfatti. Qui non c’è né morte né malattia, né dolore né povertà. Attraverso questo Grande Veicolo tu raggiungerai la completa illuminazione”. 

Il maestro giunto a questo punto affermerà che il discepolo, così iniziato, è ricettacolo dei segreti di questa sadhana, e procederà innanzitutto a spiegargli delle pratiche magiche legate ai Naga, gli spiriti serpenti. Viene citato un dharani molto lungo tramite il quale il potere di Kurukulla è in grado di soggiogare i Naga, e poi dei metodi magici per far piovere o fermare la pioggia eccessiva, per curare la lebbra o i morsi di serpente, e soprattutto per attrarre le Nagini (ovvero i Naga femminili) affinché realizzino i propri desideri.  

 

CAPITOLO QUINTO

 

Il quinto ed ultimo capitolo di questo Tantra possiede due sezioni tematiche. Il primo contiene tre storie, che raccontano delle situazioni che hanno portato il Buddha ad insegnare la pratica di Kurukulla. La prima storia riguarda proprio il figlio del Buddha, Rahula, che mentre stava per essere attaccato da dei Naga recitò il dharani di Kurukulla e si ritrovò teletrasportato alla presenza di suo padre, il Buddha. Realizzando così il potere di questo mantra richiese al Buddha di insegnarlo a tutti quanti, cosa che fece. 

La seconda storia afferma che la pratica di Kurukulla è stata insegnata anche in beneficio della demonessa Hariti, che era una sposa di Mahakala. Quest’ultimo però non la amava per le sue cattive azioni e, infelice, non compieva neanche il suo compito di proteggere il Dharma. Così, la pratica di Kurukulla venne conferita per risvegliare l’amore di Mahakala verso Hariti. 

La terza storia narra di un ragazzo chiamato Rohinikumara nato con dei deficit mentali; il padre chiede aiuto al Buddha e questi insegna la sadhana di Kurukulla che avrà l’effetto di renderlo intelligente e saggio. 

Successivamente il testo cambia tema e tratta di un argomento raro ma importante nel contesto tantrico, ovvero l’alchimia esterna. Questa, molto influenzata probabilmente dall’alchimia cinese, prevede la lavorazione dei metalli, concentrandosi particolarmente, sul mercurio, per ottenere una pietra o un elisir in grado di conferire grandi poteri a chi la userà. 

Nella fattispecie, le pratiche alchemiche vengono in questo caso associate alla recitazione del mantra di Kurukulla. Il mercurio dovrà essere lavato con il succo di molte piante, e poi messo in cottura con una serie susseguente di altri minerali (zolfo, oro, etc); così facendo otterrà proprietà magiche e darà a chi lo consumerà il potere di volare. 

A seguire ci sono altre procedure alchemiche che fanno da corollario a quella principale, anche l’utilizzo di erbe a scopo di guarigione e per la lunga vita, oltre ad una numerosa serie di procedure magiche per ottenere gli effetti più disparati. Nel Tantra di Kurukulla spiritualità, magia e alchimia si intrecciano indissolubilmente.

Chi ha trascritto il Tantra di Kurukulla doveva essere oltre un semplice tantrika anche un alchimista; il tema alchemico viene infatti preannunciato già nel primo capitolo, dove viene scritta una metafora alchemica. Qui infatti, riferendosi al mantra radice di Kurukulla, si afferma: “Quando toccato dal mercurio perfezionato il rame si trasforma in oro; allo stesso modo, quando toccato dal mantra perfezionato (ndr, quello di Kurukulla), il praticante del mantra diventerà il corpo del Buddha”