LA STRAORDINARIA VITA DI MILAREPA – PARTE QUARTA: COME MILAREPA OTTENNE FINALMENTE L’INIZIAZIONE TANTRICA, Mirabile Tibet

LA STRAORDINARIA VITA DI MILAREPA – PARTE QUARTA: COME MILAREPA OTTENNE FINALMENTE L’INIZIAZIONE TANTRICA

  • by Redazione
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  • 26 Nov 2021
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La Reverenda Madre ideò uno stratagemma. Nel decimo giorno di ogni mese, Naropa aveva l’abitudine di celebrare un festino tantrico (ganachakra). Allo stesso modo, anche Marpa aveva preso questa abitudine. La moglie di Marpa sfruttò l’occasione per ubriacare il marito facendogli bere molto chang. Mentre il marito dormiva, lei prese una ghirlanda ed un rosario di rubini che apparteneva a Naropa e glielo diede a Milarepa. Poi, scrisse una lettera a nome di Marpa in cui si diceva che Milarepa era un devoto discepolo di Marpa, ma per la mancanza di tempo di quest’ultimo, venivano affidato il compito di istruirlo spiritualmente al discepolo Ngogdun Chudor. La lettera venne sigillata dal sigillo di Marpa e messa in una sciarpa pregiata. 

Milarepa arrivò nel Tibet centrale, nel monastero indicatogli dalla Reverenda Madre. Arrivò nel momento in cui Lama Ngogdun stava esponendo la Dottrina davanti ad una grande assemblea di allievi. Il fatto che arrivò mentre il Guru stava per esporre una verità particolarmente profonda fu visto come di buon auspicio. Qualcuno tra i presenti lo riconobbe in quanto lo vide a casa di Marpa. Appena Milarepa consegnò la lettera e le reliquie a Lama Ngogdun, quest’ultimo fu pieno di una immensa gioia.  Smise di insegnare ed organizzò un ingresso ufficiale con gli strumenti musicali ed il parasole alle reliquie, che si mise sulla testa per ricevere la loro benedizione, e che mise poi sull’altare principale. La lettera diceva: “Sto per entrare in un ritiro stretto, e dato che Grande Stregone è impaziente e desideroso di ricevere gli Insegnamenti, lo mando da te per l’iniziazione e la consacrazione. Dagli quindi questi conferimenti ed insegnagli la dottrina. Ti autorizzo a farlo. In cambio, come dono, ti mando la ghirlanda ed il rosario di rubini di Naropa”. 

Prima di dargli gli insegnamenti, inaspettatamente, anche Lama Ngogdun richiese a Milarepa di utilizzare i suoi poteri di magia nera contro i suoi nemici che depredavano i discepoli che andavano a trovarlo. Milarepa non ebbe altra scelta, e mandò una tempesta contro i loro campi, ma subì un altro grosso tormento interiore per tutto il male che così aveva causato. Non solo alle persone, che si trovavano privi dei loro raccolti e quindi condannati alla fame, ma anche per i molti animali uccisi. Ne trovò diversi mentre passeggiava lungo questi campi, tra cui uccelli e ratti, e li prese tutti e li portò da Lama Ngogdun. Piangendo, Milarepa disse di essere in cerca dell’insegnamento di Liberazione, ma si trova costretto a commettere peccati su peccati. 

Lama Ngogdun disse: “Non disperare e non aver paura. Noi, seguaci di Naropa, possediamo quelle pratiche che possono salvare anche il più grande dei peccatori in un batter di ciglia. Tutte queste creature che sono state uccise rinasceranno in futuro come i tuoi principali discepoli quando raggiungerai la Buddhità. Fino ad allora, io metterò su di loro il mio potere affinché non rinascano negli inferi o in stati di esistenza inferiore. Quindi stai sereno. Ma se ancora dubiti della verità di ciò che dico, posso provartelo adesso”. 

Lama Ngogdun scioccò le mani, e tutti gli animali morti che erano stati portati resuscitarono. Milarepa esultò di gioia, e si rese conto di essere davanti ad un Buddha vivente. Successivamente venne iniziato al mandala di Gaypa Dorje e gli vennero date le istruzioni tantriche. Venne messo in una piccola stanza adibita ad eremitaggio vicino alla residenza del Guru ed iniziò a praticare le istruzioni in un ritiro stretto. 

Passarono i giorni, ma Milarepa nonostante la pratica non aveva delle esperienze significative. Lama Ngogdun ogni tanto andava a trovarlo per chiedergli se aveva avuto questa o quella esperienza, ma non succedeva nulla. Lama Ngogdun non si capacitava di come fosse possibile che i segni della pratica non sorgessero, ed iniziò a sospettare che c’era qualcosa che non andava. Milarepa era ormai consapevole che la pratica non stesse funzionando perché non c’era la benedizione di Marpa, ma non aveva il coraggio di dirglielo. 

Dopo un po’ arrivò però una lettera di Marpa, che invitava Lama Ngogdun a venire nella sua abitazione per la celebrazione della maggiore età del figlio. La lettera aggiungeva che Marpa aveva sentito che Milarepa – definito quale una persona “maligna” – era da lui ed avrebbe dovuto riportarglielo indietro. 

Ecco che lo stratagemma della moglie di Marpa crollò e Milarepa fu costretto a confessare tutto a Lama Ngogdun. 

Dopo essere ritornati da Marpa ed aver celebrato la maggiore età del figlio, Marpa chiese spiegazioni su Milarepa e dopo essersi fatto raccontare la storia di ciò che avvenne fece un’altra sfuriata; Lama Ngogdun fu costretto a ritornare a prendere le reliquie di Naropa, la Reverenda Madre dovette rinchiudersi in una stanza per non essere aggredita da Marpa, e Milarepa nuovamente ebbe un crollo che lo portò quasi al suicidio. I discepoli di Marpa cercarono di fermare Milarepa e consolarlo. 

Infine, finalmente, Marpa si calmò, e richiamò tutti alla sua presenza, affermando che l’ospite d’onore di questo incontro sarebbe stato proprio Milarepa. Quest’ultimo andò da Marpa con molta paura e riluttanza, e poi Marpa parlò e disse: “Se noi riflettiamo su ciò che è successo, nessuno deve essere condannato per le proprie azioni. Pensando a purificare i peccati di Grande Stregone gli ho indotto molte sofferenze e non per motivazioni egoistiche, quindi io non sono da condannare. Per ciò che riguarda Damema, essendo lei una donna possiede una natura materna ed è normale che provasse compassione nei confronti di Milarepa per il modo in cui l’ho trattato, quindi come condannarla per aver falsificato le lettera e dato a Ngogdun le reliquie di Naropa? Anche Ngogdun non è condannare, avendo agito in buona fede. E per quel che riguarda te, Grande Stregone, fai bene nel cercare di ottenere le pratiche spirituali con ogni possibile mezzo, però, con l’inganno che mi è stato perpetrato da voi, mi è stata tolta la possibilità di riempire Grande Stregone con un’altra grande sofferenza. Se avessi avuto la possibilità di causare al mio figlio spirituale nove grandi tribolazioni avrei potuto estinguere completamente il suo karma ed egli avrebbe raggiunto la Buddhità seduta stante, ed il corpo si sarebbe dissolto nella vacuità tra gli arcobaleni. Ma purtroppo ho potuto causargli solo otto grandi tribolazioni ed altre sofferenze minori. Ciò è stato sufficiente per purificare la maggior parte del suo karma negativo, ma non è abbastanza per raggiungere la Piena Illuminazione e quindi dovrà ancora praticare duramente se vorrà raggiungerla nell’arco di questa vita. Adesso è il momento di iniziare a dargli l’Iniziazione e le Istruzioni Tantriche. Poi, lo metteremo in ritiro ed gli darò cibo mentre pratica. Sarò io stesso a chiuderlo nel suo eremitaggio. Quindi siatene tutti felici”. 

Milarepa non sapeva se stava sognando o era sveglio. Nella sala crebbe un’atmosfera di intensa commozione, e tra i pianti le persone riconobbero la grande saggezza e la compassione del Guru Marpa.  

Marpa finalmente diede l’iniziazione tantrica a Milarepa, e gli raccontò che il giorno stesso in cui si incontrarono per la prima volta, sia lui che la moglie fecero un sogno di buon auspicio che prevedeva il fatto che quel giorno lui avrebbe incontrato il suo discepolo migliore e predestinato, che avrebbe servito come nessun altro la causa del Buddhismo e che sarebbe stato famoso in tutto il mondo. Ed è per questo che fece preparare del chang alla moglie e si fece trovare a lavorare nei campi.